"siamo clessidre con la sabbia in fondo"
edoardo sanguineti
alla recita di natale io facevo il tasso.
un pino nanerottolo per sempre sempreverde e amante delle ombre e delle montagne.
- eccomi qui, io sono il tasso.
così cominciavo, legandomi le mani di nascosto dietro alla schiena.
avevo disegnato una corteccia tutta marrone piena di aghetti verde scuro e bacche rosse qua e là e me l’ero messa al collo, come fosse un lungo bavaglio di cartoncino bianco.
mi trovavo bene a fare il tasso, era proprio l’albero più mio di altri.
più basso dei pini, eppure pino anche lui, uno che parla tanto e che vive in mezzo alle montagne.
dice di sopportare bene il caldo e le sparate grosse del sole e di resistere pure ai soffi del gelo invernale, pur lamentandosene con tutti.
un po’ innamorato della tramontana ma anche dell’umidità e dell’ombra rubata al vicino più alto di lui.
il suo vestito di legno è resistente e flessibile, è uno forte e che vive a lungo.
e poi è uno che può avere varie forme, se potato, più forme come l’acqua.
uno sereno variabile, ecco, garbato e di compagnia.
- sono tasso e sono un albero dal portamento ampio e irregolare e talvolta cespuglioso.
così dicevo, facendo destra e sinistra con le spalle.
era un esercizio per la memoria, quello, per ricordare ogni battuta e non perdermi neanche una parola per strada.
avevo l’occhio di tutti addosso moltiplicato per due, che faceva tantissimo, e in più l’occhio della macchinetta fotografica di mio padre.
quindi lui aveva tre occhi, mica due.
le mie mani sembravano due laghetti, a forza di sudare e sudare, e il mio viso era più rosso delle bacche del tasso.
- i miei nemici sono le processionarie.
così continuavo e in testa mi si disegnavano quelle larve spinose e viscide, che mi facevano ormai una paura bruttissima e mi spingevano a camminare per strada a occhi bassi.
in classe dicevano che mi sarei riempita di bolle, se le avessi toccate o se mi fossero piovute addosso.
ed io ero terrorizzata di incontrarle e il tasso come me, proprio uguali.
ognuno ha un albero nel cuore e io ho il tasso.
un solitario guardiano dei cimiteri, dicono, l’albero che unisce la morte e la vita, con ai piedi profonde radici sottili e dense.
proprio uguali io e il tasso.
due specie di angeli della soglia.
sempreverdi.
con le bacche rosse.
un po’ severi.
sorridenti.
bi
["scarecrow" pejac street artist] |