[ph. ortodibi] |
ricordo tutto del sei giugno.
c'era il sole e le braccia ce le avevamo al vento.
la sua stanza era affranta, i muri scoloriti di quel grigio
che lacrima. e nessuna traccia di lei.
seppure ci fosse il corpo suo, più sbiadito e minuto.
asciugato dei liquidi e della sofferenza.
lei no, non c'era.
era nel vento.
ricordo tutto del sei giugno.
la sua rosa era sbocciata nel solito angolo.
l'albero di fichi era innalzato al cielo.
i suoi boccioli regnavano in bella mostra come i capezzoli di una dea.
il cortile gemeva dell'andirivieni della gente.
le voci s'infilavano un po' troppo invadenti.
ma lei non c'era più.
ed era la seconda mancanza per la fragilità di mia madre.
ricordo tutto del sei giugno.
del millenovecentottantanove.
avevo vissuto solo quindici anni insieme a lei, davvero poco.
e mia sorella addirittura solo sei.
anni pieni delle sue mani ruvide sul viso.
dei suoi baci umidi e fini.
della sua voce roca e la sua bocca vuota di denti.
della mia testa appoggiata sul suo potente utero.
ricordo tutto del sei giugno.
della sua treccia d'argento avvolta nello chignon girato sulla nuca.
della fierezza del suo passo appena appesantito.
della sua gamba smezzata.
dei suoi occhi piegati un po' in giù.
della sua tenacia così femmina.
ricordo tutto del sei giugno.
ricordo tutto di quando nonna anna si è allontanata un attimo.
bi
Tra le labbra un sorriso. La vostra storia è il mio tempo. Radici, ricordo d'un albero ormai al cielo. Un fiume calmo che scorre sul volto. Grazie
RispondiEliminagrazie a te
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