era seduta sul divano rosso, appena un po’ girata verso di
me, che mi ero accomodata sul bracciolo. il suo corpo era sempre così fragile e
lo era anche in quel momento, sebbene fosse sostenuto dai cuscini. era una
fragilità pronta a spezzarsi, la sua, e ogni volta al suo passaggio ero pronta
a raccoglierla, se ce ne fosse stato bisogno.
ogni volta che la incontravo era diversa dalla volta
precedente. una sera aveva i capelli all’altezza del mento, un po’ caotici ma
composti. un’altra il berretto di lana, ficcato fino a serrarsi le orecchie. un’altra
ancora era nascosta in un foulard di seta dai colori mischiati, a confondere le
idee. e poi ancora con i capelli scuri a coprirle le guance, leggermente scavate
sul volto.
- non ricordo quant’è che non ci vediamo e non ricordo se ho
dato anche a te questa bella notizia...
il suo era un parlare calmo, rallentato, rassicurante. si
stava prendendo le sue pause, non per dare enfasi a ciò che mi stesse raccontando
con quella sua gioia sommessa, ma per prendere fiato, per ingoiare aria e
risputare adagio parole. parlava e la sua bocca si apriva elegante, danzando
poche sillabe alla volta e accennando sottili sorrisi.
- la mia malattia è ferma, lo sai? non ricordo se già lo
sapessi, ma ora l’ho detto anche a te.
rimasi senza parole. le parlai gocciolando dagli occhi e
facendo scivolare le mie dita inumidite dal sudore tra le sue mani. gliele
strinsi, avendo la cautela di non far scricchiolare le sue tenere ossa sotto la
mia stretta di gioia. rimasi senza parole, mi uscì solo un esitante felice,
sono così felice per te... ma il pianto trattenuto a forza mi otturò la gola.
si sciolse dalle mie mani e scoprì trionfante il capo: i
suoi capelli stavano ricrescendo, più forti e tenaci di prima. più scuri. più
vitali. più coraggiosi. più capelli.
- faccio così: mi godo giorno per giorno la mia vita piena
di vita e ricomincio a pettinarmi i capelli.
bi
[series josephine cardin] |
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