giovedì 3 settembre 2015

parzialmente nuvolosa


ho bisogno di farti una rivelazione. ascoltami, solo per la missione che pure il letto del fiume svolge per l’acqua: farla scorrere. fammi scorrere, dunque. nulla è successo, eppure tutto accade e si mostra come un disegno d’olio su tela, senza acrilico.
per quanto è vero che io sono io, questa mattina mi sono svegliata e non ero sola. non ero sola, ti dico. ai piedi della coperta di cotone una figura buia se ne stava eretta in tutto il suo crepuscolo. una timida luce fioca proveniva dalle persiane, ma il buio, il buio era il colore suo. magari era la medesima donna della sera prima. ieri sera, sì, quando mi sono coricata e, spenta la luce, ho pregato velocemente al cielo, solo immaginato, e mi sono lasciata sprofondare, ma solo dopo averla udita singhiozzare. era come se avesse la bocca tappata, cucita con le croci sulle labbra, mentre un pianto dimesso di dolore insudiciato suonava dalle sue narici.

pensi davvero che i pensieri siano solo tuoi? della tua testa, dico, credi che risuonino solo nella tua? davvero sei certa che, ogni volta in cui pensi a tuo marito morto, sia solo tu a visualizzare quelle immagini della tua mente?
ti dirò del vero: tutto il mondo si rimette ad ascoltare i tuoi pensieri e, se piangi, hai una responsabilità, poiché esso piange accanto a te. ricorda, dunque: piangi solo all’ora dei pasti, quando tutti sono distratti dalle loro pance da riempire con foga, intesi? altrimenti il prezzo da pagare sarà il pianto eterno di chi ha tempo e orecchio di ascoltarti. quando piove sulle lacrime, piove due volte, perciò piangi sotto alla luce del sole o sotto alla discrezione dei lampioni della sera.

avresti voluto capire, ma c’era il sole. non è tua la colpa, è solo che ti ostini a riparare gli occhi dagli abbagli di mezzogiorno con il centrino bianco ricamato, che ti ho intessuto per natale. così facendo, prima o dopo ogni sonno, breve o lungo o sempiterno, qualcuno piangerà per le parole che ti metti in testa, o ne gioirà, perché nulla è solo tuo o solo mio, ma tutto è di tutti e ovunque.
fa’ così: sii parzialmente nuvolosa. ogni giorno, in ogni circostanza, fa’ che le nubi avvolgano i tuoi luoghi in fondo all’addome e la pioggia dirompa, quando qualcuno voglia minacciarli. non lasciarti entrare, non troppo, lascia che il sereno resti sereno variabile.

scusami, io sono molto stanca. ho appena posato la mia testa sul pollice fragile della mano sinistra. ho sentito battere forte subito sotto alla mascella, dove si basano i denti inferiori. batte, batte forte un secondo cuore, lo sento. sono viva, ti dico! sono viva! ancora una volta. tu vai pure. io siederò qui, con lo sguardo vigile ma nascosto, ad aspettare l’arrivo della tramontana.
 
- bi


[edward robert hughes]
 


 

 "per quanto mi riguarda, nulla so con certezza. ma la vista delle stelle mi fa sognare."
vincent van gogh