ho bisogno di farti una rivelazione. ascoltami, solo per la
missione che pure il letto del fiume svolge per l’acqua: farla scorrere. fammi
scorrere, dunque. nulla è successo, eppure tutto accade e si mostra come un
disegno d’olio su tela, senza acrilico.
per quanto è vero che io sono io, questa mattina mi sono
svegliata e non ero sola. non ero sola, ti dico. ai piedi della coperta di
cotone una figura buia se ne stava eretta in tutto il suo crepuscolo. una timida
luce fioca proveniva dalle persiane, ma il buio, il buio era il colore suo.
magari era la medesima donna della sera prima. ieri sera, sì, quando mi sono
coricata e, spenta la luce, ho pregato velocemente al cielo, solo immaginato, e
mi sono lasciata sprofondare, ma solo dopo averla udita singhiozzare. era come
se avesse la bocca tappata, cucita con le croci sulle labbra, mentre un pianto
dimesso di dolore insudiciato suonava dalle sue narici.
pensi davvero che i pensieri
siano solo tuoi? della tua testa, dico, credi che risuonino solo nella tua? davvero
sei certa che, ogni volta in cui pensi a tuo marito morto, sia solo tu a
visualizzare quelle immagini della tua mente?
ti dirò del vero: tutto il mondo
si rimette ad ascoltare i tuoi pensieri e, se piangi, hai una responsabilità, poiché esso piange accanto a te. ricorda,
dunque: piangi solo all’ora dei pasti, quando tutti sono distratti dalle loro
pance da riempire con foga, intesi? altrimenti il prezzo da pagare sarà il
pianto eterno di chi ha tempo e orecchio di ascoltarti. quando piove sulle
lacrime, piove due volte, perciò piangi sotto alla luce del sole o sotto alla discrezione
dei lampioni della sera.
avresti voluto capire, ma c’era
il sole. non è tua la colpa, è solo che ti ostini a riparare gli occhi dagli
abbagli di mezzogiorno con il centrino bianco ricamato, che ti ho intessuto per natale.
così facendo, prima o dopo ogni sonno, breve o lungo o sempiterno, qualcuno
piangerà per le parole che ti metti in testa, o ne gioirà, perché nulla è solo tuo o solo mio, ma tutto è di tutti e ovunque.
fa’ così: sii parzialmente
nuvolosa. ogni giorno, in ogni circostanza, fa’ che le nubi avvolgano i tuoi
luoghi in fondo all’addome e la pioggia dirompa, quando qualcuno voglia
minacciarli. non lasciarti entrare, non troppo, lascia che il sereno resti
sereno variabile.
scusami, io sono molto stanca.
ho appena posato la mia testa sul pollice fragile della mano sinistra. ho
sentito battere forte subito sotto alla mascella, dove si basano i denti
inferiori. batte, batte forte un secondo cuore, lo sento. sono viva, ti dico!
sono viva! ancora una volta. tu vai pure. io siederò qui, con lo sguardo vigile
ma nascosto, ad aspettare l’arrivo della tramontana.
- bi
[edward robert hughes] |
"per quanto mi riguarda, nulla so con certezza. ma la vista delle stelle mi fa sognare."
vincent van gogh
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