ha già da giorni
liberato le lucine dal terrazzo e le ha fatte volare via, lontano, verso il
freddo. al loro posto ha piantato dei panni molto scuri e stesi a testa in giù;
hanno già il sangue al cervello ed il viso rosso fuoco.
i giorni di
festa sono tramontati e siamo nuovamente noi: io e lei, io e la dirimpettaia.
ci separa un debole freddo invernale, che soffia verticale a bassa voce; ci
divide la siepe, eppure, seduta a terra a gambe incrociate, io riesco ad
osservarla ugualmente. è sempre piena di andirivieni: esce, riordina, entra,
accende un'altra luce, prende cose, fuoriesce di nuovo a mani piene e si china
in un angolo del suo balcone. io resto ferma. non ho forze, ho terminato la mia
giornata e mi godo il silenzio buio fuori. accarezzo le foglie del ficus, le
sento tremare dal freddo e le scaldo con il pollice e l’indice, che si sfiorano
più volte e creano dei vortici invisibili.
si accende una
sigaretta e si chiude la finestra alle spalle. tira le prime due boccate e posa
gli avambracci sulla ringhiera. mi sta guardando ora, lo sento, ed io continuo
ad osservare lei. siamo le amiche del balcone, che nulla sanno l'una
dell'altra, se non che la mia luce è già spenta ed il mio sonno è già energico,
mentre lei continua a disegnare con i piedi alternati milioni di traiettorie
dal suo dentro al suo fuori.
- bi
auguri, radicamenti!
auguri alla pioggia che ti ha creato, al vento di gennaio che ha mosso in te parole e pensieri. auguri alle storie, che vogliono essere raccontate. auguri alle poesie, che guardano le soglie.
auguri alla pioggia che ti ha creato, al vento di gennaio che ha mosso in te parole e pensieri. auguri alle storie, che vogliono essere raccontate. auguri alle poesie, che guardano le soglie.
auguri per i tuoi primi quattro anni.
[amanda clark] |
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