martedì 6 agosto 2013

stizzisciti(ci) e ristizzisciti(ci)

 



chi mi conosce (bene) lo sa: io scrivo all'ora di pranzo. a pancia piena e nel relax di una pausa prolungata e sola, illuminata alla mia destra e alle mie spalle. tanto che ora, alle sette suonate, fa strano.
poi non posso andarmene dalla angustiante vita cittadina senza lanciarvi sassolini di boiate e ribadire che sì: è quasi vacanza. quella dei calzoncini su gambe leggermente dimagrite e spelate, lievemente dorate e toniche il tempo che fu. quella dei ci sentiamo a settembre, piantiamo l'ombrellone in fondo a sinistra e lontano da tutti, la marca da bollo nel passaporto la attacco all'ultimo (leccandolo accuratamente dopo un bicchiere di coca cola), il solare dell'anno scorso è scaduto (hai comprato la crema nuova?), la calendula come se piovesse e l'aloe vera pure, le canotte colorate e tre o quattro felpe e cose così.
boiate, occorre parlarsi dicendosi boiate incredibili, per crederci e scoprirsi libellule ogni ora che passa di più, che ci divide dal fatidico venerdì (almeno il mio) dell'ultimo giorno.
chi mi conosce (bene) sa anche un'altra cosa: ferragosto lo chiamo capodanno. e già l'ho fatto pure quest'anno, dunque si preannuncia un altro agosto svampito dei miei. in cui mi ritroverò a cercare un bancomat (e a non trovarlo), perché mi dimentico pure i soldi per partire.
dicevo, capodanno. vuoi mettere un inizio anno in un caldo quindici, sotto le stelle cadenti di san lorenzo appena passato con vista montagna e con un bel quarto di luna crescente? che cammini per il paesello e dici: sono fortunata. siamo fortunati, noi tutti qui, ad avere un angolo stretto di heaven a due passi da casa, proprio due.
non mi mancherà nulla. nemmeno i biscotti gentilini e i limoni a foglia grande, che abitualmente compro. né le piante da annaffiare, che mi guardano ogni sera implorando parole dolci e gentili e ricevono un serale e umido: non sono fatta per la fauna di città, scusate. mia madre sa fare molto meglio e tornerà, non temete.
mi sento fresca come gli stickers appiccicati su un finestrino di una vecchia auto parcheggiata sotto il sole a mezzogiorno di uno sfigatissimo martedì con quaranta gradi. che poi, tutto sommato, mi rendono assai più felice dei due, tre gradi micragnosi di gennaio, che manco so com'è fatto per quanto me ne stia rintanata dentro casa al caldo sterile dei termosifoni.
chi mi conosce (bene) si ricorda che ogni tanto io rallento e mi fermo. e con tutta me stessa, ad occhi chiusi, dopo aver preso fiato con la bocca semiaperta pronuncio il mio sentitissimo GRAZIE.
a me, per questo anno pieno di parole scritte e stampate, che mi hanno reso viva più che mai.
a voi, per questo anno pieno di commenti in ogni dove (anche per sms), che rendono viva in me la consapevolezza che scrivere sia la mia strada illuminata.
a chi m'ama sul serio [pausa silenziosa] e sopporta i miei sermoni e lunghi monologhi, pesanti come un carro di buoi trainato da un canetto stanco e rinsecchito (che sarei io). e mi vede bella pure con l'ombretto sciolto sulle palbebre sudate. e mi dice che devo amarmi (molto di più) e dirmi brava (molto di più) e fa da esempio, dicendomelo.
a chi non mi ama, perché sì.
a chi mi è vicino in silenzio e quel silenzio io lo sento forte come una bella tempesta marina, piena di onde.
a chi mi è lontano e la cui distanza è difficilmente colmabile col fisico.
e poi un grazie speciale a mio nonno. quello burbero e comunque l'unico nonno maschio che io abbia conosciuto in questa vita. che quand'ero piccola mi ripeteva spesso, mentre eravamo seduti composti sul divano a tre posti davanti alla tivù accesa, due parole strane: stizzisciti(ci) e ristizzisciti(ci). perché pare che io ne abbia fatto un inno nella mia vita e a forza di stizzirmi non mi ricordo più come si fa a farsi scivolare le robe di poco e tanto conto addosso.
e allora grazie, nonno.
in fondo mi stizzisco (e pure tanto). eppure non mordo.

che buone vacanze siano per everyone, con tutto il mio quore.
(con la q).
bi


[ph. david lachapelle]

2 commenti:

  1. Pure io ieri sera ho chiesto a degli amici: 'che fate a capodanno?'. Intendevo il 15 agosto. Quindi, buon capodanno anche a te. A tutti. Se rivedemo a settembre.
    F

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