abito i tuoi occhi color buio
col mio vestito a fiori di carne intessuto
e li sento che m’inseguono in silenzio
e mai mi perdono in quest’orizzonte
ho raccolto parole d’amore e ardore
le ho disegnate per temietute un mattino alle nove
per avvolgerle nell’abbraccio mio di ieri
ti sento nell’acqua che m’imbeve il grembo
negli echi della pioggia tiepida e tempestosa nella quiete del sonno che mi possiede
nel fresco di una sera novembrina
mi mescolo nell’aria penetrante dei tuoi risvegli
nell’alito di vita che ti brucia nello stomaconella schiena che non pieghi
nell’infinito bacio all’alba sulla panchina
abito i tuoi capelli color ombra
li trapasso con le mie dita fanciulle e t’aspetto come una dea del bosco
attende con ansia e incanto una grande magia
bi
[ph. parigi 16 novembre 2013] |
"l'amo quando di notte o di mattina mi sveglio e vedo: lei mi guarda e mi ama. e nessuno, meno di tutti io, può impedirle di amare come lei sa, a suo modo.
l'amo quando è seduta vicino a me, e noi sappiamo che ci amiamo l'un altro, ed essa dice: lëvočka, e si ferma: perché i tubi del camino sono dritti? oppure perché i cavalli vivono a lungo? o cose simili.
l'amo quando stiamo a lungo soli, e io dico: che facciamo, sonja? che possiamo fare? lei ride.
l'amo quando s'arrabbia con me e d'improvviso, in un batter d'occhio, il suo pensiero e le sue parole diventano aspri: smettiamo, mi dai fastidio; dopo un minuto già mi sorride timidamente.
l'amo quando lei non mi vede e non sa che ci sono, e io l'amo a modo mio.
l'amo quando è una bambina col vestito giallo e sporge la mascella inferiore e tira fuori la lingua, l'amo quando vedo la sua testa rovesciata all'indietro, e ha il viso serio e spaventato, infantile e appassionato".
lev tolstoj, i diari
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