lunedì 20 gennaio 2014

#inveritavidico


#inveritavidico

ero certa che sarei riuscita a mangiare mezzo pacchetto di wafer al cioccolato e invece no: tutto.
che le bolle fossero una cosa vintage come il mangiadischi quarantacinque giri e manco per niente. più io le semino, più loro mi ritrovano.
ho sempre creduto che il mio peggior nemico fosse l’obbedienza, invece ci sono il prurito e l’acrilico (maledetto acrilico).
che il nero snellisse, invece dipende dalle tinte: alcune sono proprio tossiche.
pensavo che la pasta integrale ci mettesse più di quindici minuti a cuocere, mentre ne impiega solo otto (fai pure sette).
che uno restasse amico per sempre, invece alle volte ci resti solo tu. e l’altro? dice che ti pensa. ma tanto, eh?
credevo in un dio con la barba e mo tutti con la barba che va tantissimo di moda. e sono tutti più belli comunque, non c’è che dire. ché come ho letto un giorno “ogni volta che un uomo si taglia la barba, un ormone femminile si suicida”.
ero sicura delle facoltà mentali, dell’intelligenza, del sapere e saper insegnare. poi però ho scoperto l’immaginazione e il lato destro del cervello ed è stata subito dicotomia.
temevo il vuoto e il silenzio, ora sento che il vuoto sia un mondo invisibile necessario e più materiale del materiale e che il silenzio sia meravigliosamente così.
(silenzio)
sono sempre stata bene in compagnia, alle volte l’ho cercata con affanno. e poi niente, ho conosciuto me. all’inizio m’è preso un colpo, ma in seguito mi sono pian piano innamorata. ora sono la miglior compagna di me stessa, ancora piuttosto severa, ma generosa e appassionata.
pensavo che il mare fosse l’unico posto per me e invece ci sono i boschi odorosi e parlanti, le colline che cadono dolci verso il verde delle valli, le montagne sacre e i paesi con poche centinaia di abitanti.
ho sempre creduto che l’influenza fosse una disgrazia e una sfortuna. invece è fare colazione a letto con cornetto, tè e spremute d’arancia, avere coccole e tant’amore sopra, sotto e tutt’intorno, rallentare e fermarsi, dormire e fare sogni lunghi come ere, stare in silenzio nel letto, guardare film e case ristrutturate e costruite sugli alberi e case di campagna e case con cui sognare da svegli, prolungare di un giorno perché sì, dire sì dove avrei detto no non posso, dire fare e baciare, lasciar andare, abbandonarmi, rubare il piumone, costruire, gioire, non voler tornare.

ah, com’è bello essere incoerenti con se stessi.    
 
bi



[immagine tratta da internet]

Nessun commento:

Posta un commento