venerdì 14 dicembre 2012

come si fa una magia?

- come si fa una magia?

- l’ho cercata tante volte, ma non l’ho mai vista.

- io una volta ho visto un mio amico muovere le orecchie.

- come faceva?

- mi guardava fisso negli occhi e le sue pupille sembravano entrare nelle mie. ad un certo punto le sue orecchie hanno cominciato a spingere verso la testa, indietro, forte! si muovevano da sole. sembrava che ballassero, hai presente? si muovevano, mentre lui mi fissava. ho pensato fosse una magia.

- mi sa di sì allora…

- un’altra volta una mia amica ha tirato fuori la lingua e l’ha fatta arrivare fin sopra al naso. così, ma la mia non ci arriva, la vedi?

- nemmeno la mia…

- lei ce la faceva arrivare, su, su in alto fino al naso… fino sopra alla punta, capito? una cosa incredibile, ma io l’ho vista! è tutto vero, da crederci forte. io ho provato tante, tantissime volte a farci arrivare la mia. la mia no, la mia si ferma appena sopra al labbro.

- quindi dev’essere un’altra magia...

- sì e un’altra volta un’altra mia amica ha toccato per terra con il naso, per terra sul pavimento in palestra.

- e come ci è riuscita?

- eravamo seduti per terra, le gambe divaricate. abbiamo tutti tirato le braccia in avanti e siamo scesi con tutto il corpo giù, fin dove potevamo arrivare. lei è arrivata a baciare il pavimento!

- magica!

- sì, magicissima. io ci ho provato e riprovato, mi allenavo come una pazza! niente. mi sono sciolta sempre di più, ma per terra non ci sono mai arrivata.

- magnifica!

- un’altra volta ancora dovevamo saltare contro il muro, verso l’alto. ma in alto, proprio altissimo, dico. io mi sono sforzata tantissimo e non sono mai riuscita a toccare il nastro rosso sui due metri e trenta. mai! mi arrabbiavo, dicevo che no, non era possibile non arrivarci. è una questione di agilità ed elevazione, mi diceva l'allenatore. secondo lui io ne avevo poca, capito? lui no, lui era magico. partiva con una lieve rincorsa, puntava i piedi, dandosi un colpo con le braccia e via! lanciava quelle ali verso il cielo, il corpo lo seguiva e lo incoraggiava, lo sosteneva e lui volava, volava fino premere con tutta la mano destra aperta e schiacciata sul muro a toccare i due metri e settanta…

- settanta? 

- settanta.

- una magia…

- comunque queste sono tutte magie che si vedono, poi ci sono quelle invisibili. te ne sei mai accorto?

- non lo so, ci dovrei pensare…

- io un po’ ci ho pensato e ci sono anche le magie nascoste. quelle che non si fanno con il corpo che salta o che bacia per terra. sono diverse, invisibili.

- e come le vedi?

- te ne accorgi.

- e di cosa mi accorgo?

- dei brividi, per esempio. dei brividi che senti quando una musica ti sfiora e ti attraversa e ti spalanca dentro, quando una mano ti sfiora e ti disegna dei cerchi sulla pelle e la pelle arrossisce, quando la temperatura del corpo zampilla e un’emozione sussulta, quando il suono del cuore pulsa di sentimento e traballa, quando un abbraccio ti stringe e il tempo non esiste più, quando ami ed è per sempre e a prescindere, quando sogni e non tocchi con i piedi dove cammini, quando sei lì che ti vedi che dormi, quando piangi e ti bevi un po’ di te, quando stai su una sedia che ha quattro gambe e invece stai su due, quando succedono cose che cose non sono eppure non sai come chiamarle se non cose.

- quando ti guardi il dito e vedi un al di là.

- sì, proprio così.

 

bi
 


[creazione di os gemeos]
 

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