martedì 11 dicembre 2012

il natale è dei piccoli




il natale è dei piccoli.
noi adulti siamo solo capaci a creare traffico nei supermercati, a spallarci l'un l'altro nei rumorosissimi centri commerciali, a lamentarci del fatto che i regali siano un obbligo noioso, a spremerci la testa per farne uscire idee regalo che costino poco ma che facciano molto, a dire che quest’anno no, i regali per principio non li facciamo e robe pallosissime così.
i piccoli no.
loro ci insegnano che natale è stupore e incanto.
lo stupore e l’incanto di scrivere una letterina lunga un chilometro con su scritto cose dolcissime, tipo:

“caro babbino, quest’anno sono stata buonissima, quindi vorrei: barbie ironica e intelligente, la casa di barbie ironica e intelligente, le costruzioni della lego grandezza naturale per costruirci lo studio che papà desidera tanto avere a casa nostra, il cicciobello pelato che fa la pipì finta, il cicciobello nero e riccio che insegni all’altro come si fa la pipì nel vasino, il vasino di cicciobello e basta. ti prego, babbino, rispetta quest’ordine qua che ti ho scritto, così se magari ti finiscono i soldi prima di comprare i regali miei - ché c’è pure quella di mia sorella, anzi sì quella leggila prima della mia che è più importante per favore - allora rinuncio ai cicciobelli e al vasino. ti aspettiamo con ansia! ciao e grazie di tutti i regali che riuscirai a regalarci”.

lo stupore e l’incanto di dire:

“no, io non ho paura di babbo natale. io ho paura della befana, perché ha il naso curvo e il neo grosso sulla punta del naso”.
“e chi te lo ha detto che ha un neo grande al naso?”
“ma come chi me l’ha detto, mamma! l’ho vista io! c'è anche un pelo sopra.”


lo stupore e l’incanto di contare i giorni così: meno quindici, meno quattordici, meno tredici, meno dodici, meno undici, meno dieci, meno nove, meno otto, meno sette, meno sei, meno cinque, meno quattro, meno tre, meno due e… ecco il ventiquattro!
lo stupore e l’incanto di chiedere:

“chi verrà a cena la sera che si mangia il panettone e il torrone che stanno sotto l’albero? e poi il giorno vero di natale è vero che nevica sempre? e allora andiamo in montagna così giochiamo con le palle di neve e ci possiamo mettere la tuta pesante con il copriorecchie?”

lo stupore e l’incanto di far finta di addobbare l’albero di natale, che tanto poi le mamme ci ripassano e risistemano tutte la palline e i nastri.
perché per loro c’è un ordine per fare l’albero, ma per i piccoli no: è un caos divertente l’albero, non è un mobile da mostrare a chi viene a casa.
ma questo i grandi non lo capiscono, cioè l’hanno dimenticato.
lo stupore e l’incanto di cercare di restare svegli il ventiquattro sera, dopo il cenone e le robe varie con i grandi, per provare ad incontrare lui: babbo!
se ne stanno nel letto e si dicono:

“non dormo, non dormo, non dormo, non dormo, non dormo, non dormo, non dormo, non dormo…”

e se lo dicono tante volte, perché vogliono vedere com’è fatto, se è uguale a quello che loro disegnano o se è più bello e più secco, se le renne puzzano e come mai non fanno mai la cacca quando babbo entra dentro casa con loro per scaricare i regali.
poi puntualmente s’addormentano prima che lui arrivi.
lo stupore e l’incanto di pensare che comunque, almeno un giorno all’anno, qualcuno s’impegnerà ad essere veramente più buono, come raccontano sul serio nella favola di dickens.
pure loro s’impegnano ad esserlo e ci riescono e sono felici di riuscirci.
lo stupore e l’incanto di dire una preghiera, come vogliono, a chi vogliono, con le parole che vogliono, quando vogliono e quanto vogliono.
lo stupore e l’incanto d’imparare una poesia a memoria da dire la sera a cena, nascondendola sotto al piatto del papà, pure se imparare le poesie a memoria fa schifo, perché a natale è un’altra cosa.
a natale è diverso, dicono loro, i piccoli.
volenti, nolenti, insolenti, natale sta per arrivare e qualcosa di diverso ci sarà di sicuro.
chiediamo ai piccoli: loro ce lo insegneranno.

bi

[la pallina è del mio albero: è una voce fuori dal coro, una palla di natale più mezza che palla.]

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