lunedì 18 febbraio 2013

un attimo

cosa si nasconde in un attimo?

piove a dirotto.
piove che il cielo sembra non riuscire più a contenere quel pianto e lo vomita alle sette di sera. è buio, un buio di febbraio delle sette di sera.
gio s’infila il cappuccio sul capo ed esce rapidissima dalla macchina. il cuore le galoppa impazzito e sembra sbalzarle fuori dal petto, mentre corre e va ad infilare la lettera nella cassetta della posta di lui, sperando con tutta se stessa che nessuno la veda e che lui non torni in quell’attimo. e scappa via come una ladra.
è bellissima, gio. pure con tutti i pedicelli sotto il mento e quell’aria spocchiosa da diana la cacciatrice.
- ma scusa, perché non gliela mandi per posta?
- perché deve sapere che sono stata lì, sotto il suo balcone, e che mi ha perso per un attimo...
lui l’ha lasciata. perché non era più capace, così le aveva rivelato. e lei non se ne capacitava e la notte non ci dormiva e il giorno si spaccava la testa pur di capire che volesse dire quel non essere più capace e come mai e perché quel no invece di un sì!
non seppe mai se lui la lesse. se la lesse in cucina con il giaccone ancora addosso semiaperto. oppure nell’androne ancora incredulo e appena incerto prim’ancora di salire le due rampe di scale. non lo seppe. né volle saperlo. mai. mai. 

piove a dirotto.
ari è chiusa in macchina, piena d’ansia e di rossetto rosso. i capelli sono lisci e ordinati, gli orecchini neri pendono appena sopra alle sue spalle. ascolta distrattamente canzoni a caso passate in radio, mentre la città la trapassa con le sue luci chiassose del traffico delle sette di una sera di febbraio.
tutti sono impazienti di tornare a casa, invece lei da casa è uscita da poco meno di mezzora. ha un appuntamento, un appuntamento con lui.
il giorno in cui lo incontrò, rimase impigliata in quello sguardo. intenso, onirico, ombroso... bello. uno sguardo dal quale non era più riuscita a separarsi. l'aspettava da tempo un’emozione così. da restarci sveglia all’una di notte e da credere che sì, la vita li avesse fatti incontrare proprio lì, in quell’aperitivo distratto. distratto per tutti, ma non per loro.
si cercarono, si trovarono. si parlarono al telefono per qualche giorno, vogliosi di rivedersi e di restituire ai loro occhi la sublimazione del loro primo incontro.
- lunedì sera alle sette sarò tutto tuo.
le disse. e lei precisa è lì. solo che si è fermata un attimo prima, un momento prima di arrivare dove lui già la sta aspettando.
ari è bellissima, con quel suo rossetto ciliegia e il cappotto corvino e quella luce accesa negl’occhi. è piena di sé e consapevole. ha chiaro che chi ti vuole non si fa aspettare in un luogo. semmai ti raggiunge nel tuo.
non seppe mai cosa pensò lui di quell’attimo di attesa. se l'attese anche dopo. o smise in poco tempo, dimenticandola. seppe solo che lei si era salvata.

piove a dirotto.
gigi l'ama quella melodia dell’acqua che si frantuma sulla finestra e se la guarda, così grigia e così liscia e così potente. febbraio è freddo e umido. febbraio è corto, è come una canoa che ti traghetta dall’inappetenza dell’inverno alla speranza della primavera. è febbraio, non c'è dubbio, e sono le sette di una sera di pioggia.
alle sette no, ma alle cinque c’è ancora il sole. non quel giorno, perché quel giorno piove. e la pioggia purifica, dice gigi, lava l’aria, cancella le maldicenze, scrosta le cose cupe, si porta via i ricordi scomodi.
è steso nel suo letto e guarda un po’ fuori dalla finestra, un po’ il soffitto di legno, un po’ chiude gli occhi. è quando li chiude che la vede. e li mantiene chiusi, per tenersela lì.
la sta aspettando, perché lei ha detto che sarebbe arrivata prima di cena, per le sette. e lui le ha già comprato le sue cose preferite da mangiare insieme, insieme a un buon bianco dai profumi floreali.
lei è come i fiori d’inverno, dice sempre. lei è una ventata di passato che lo avvolge nel presente, dice sempre. lei è un po’ pazza, un po’ strana, un bel po’ diversa dalle altre. eppure la sente così sua, così tanto sua da non sentire più il confine tra il proprio cuore e quello di lei. 
un giorno la sposerà, o forse no. un giorno comunque, ne è certo, vivranno sotto lo stesso tetto e guarderanno lo stesso soffitto e respireranno la stessa aria viziata e cucineranno insieme chiusi nella stessa cucina e si laveranno nello stesso bagno con la stessa acqua! questo lui lo sa.
in quell’attimo il campanello suona. rompe il silenzio di quei pensieri e penetra in quel momento forte e chiassoso. è lei. è lei ed bellissima. la guarda curioso ed in un attimo lei gli salta al collo e lo bacia tutto.

cosa si nasconde in un attimo, dunque?
è un attimo per sé.
eppure è un attimo per tutti.
un intimo attimo di ciascuno.
un attimo fatto dell’infinità di tutti.

bi
 


["pioggia di colori", artista di strada anonimo]
 

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