martedì 12 febbraio 2013

un giorno sarò tua madre

un giorno sarò tua madre.
ci perderemo l’una negli occhi dell’altra e ci annuseremo con narici familiari e a forma di cuore.
tu saprai di me, io saprò di te.
io saprò più cose di ora, tu me le insegnerai.
vorrei che fossi concepita in viaggio, mentre tuo padre attorciglia i miei capelli sottili attorno alle sue dita forti e mi sussurra parole deliziose all’orecchio sinistro, quasi in silenzio.
ancora non ti ho mai sognato, o forse sì.
eppure già sogno per te attimi fatti di suoni gentili, profumi orientali, lievi carezze.
sarai desiderata e amata, amata e desiderata.
avrai sogni leggeri ed impalpabili, chiari, limpidi e illuminati.
ti porterò in montagna a guardare i fiori da vicino, senza staccarli dalla terra loro, a cercare rapaci e cervi e a chiamarli per nome, correndo in mezzo agli alberi profumati di antico.
ti insegnerò che dall’alto siamo tutti piccoli e che la natura si tuffa dentro di noi, nella nostra immensità.
tuo padre ti porterà lontano, tenendoti la mano stretta a sé.
con i suoi occhi vedrai città enormi e moderne e mangerai lo zucchero filato e imparerai a sentirti sicura e protetta e donna e guarderai lontano perché è lì, è lì che il tempo t’appartiene davvero.
lui sarà il tuo slancio verso il futuro, io sarò il sapore del tuo passato.
ascolterai la musica che ha fatto la mia storia e la storia mia con lui e la storia di tuo nonno, che ti ricoprirà con le dolci note del suo violino.
non lo fa più per nessuno, ma per te sì: tornerà a suonarlo.
ti laverai con l’acqua tiepida e userai l’acqua di rose.
te la spruzzerai guardando come faccio io e rideremo come pazze, chiuse insieme in bagno.
prima di dormire ci metteremo alcuni minuti insieme nel tuo letto: io ti insegnerò a pregare, tu mi ricorderai come sognano i bambini e come si chiamano gli angeli.
li guarderai indicandoli nel soffitto, salutandoli e ridendo, ed io li cercherò attraverso gli occhi tuoi, perché i miei, pigri, hanno smesso di vederli.
ti arrampicherai sulla libreria a piedi nudi e vorrai leggere con me, t’infilerai nel letto grande per fantasticare davanti ad un film insieme a tuo padre.
vorrei insegnarti a gesti e parole che il segreto della vita sta nella gentilezza, nell’attenzione verso gli altri e nella considerazione quotidiana verso chi ami.
che la vita terrena è fatta di tempo, ma anche di spazio e quello va condiviso, altrimenti le distanze diventano pian piano incolmabili.
vorrei dirti ogni sera che t’amo.
tuo padre te lo dirà ogni mattina, venendoti a svegliare.
e tu dovrai amarti ogni giorno ed ogni giorno un po’ di più.
non dovrai credere in me o in lui.
dovrai credere in quello che sarai tu, crescendo accanto a noi.
e noi staremo lì, a guardarti e sostenerti.
un giorno sarò tua madre.
e ti ricorderò che l’infinito si nasconde sulla punta del tuo dito indice, quello che punti di fronte al tuo sguardo.

bi




 

[…] come la mano che pensa dell'altra mano: si sovrappone, quindi è identica a me. e invece è opposta.
(anonimo)

[immagine di sara fogl]

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