lunedì 6 maggio 2013

il fratello di nessuno

dava le spalle alla strada, le mani conserte dietro la schiena appena stiepidita dal sole di aprile. conversava guardando il suo amico leonardo teneramente negli occhi. era quello il suo modo, ci metteva premura e anche un pizzico di benevola sbadataggine.
- ciao, nicola.
si voltò lentamente, con quel suo modo che la gente avrebbe certamente giudicato un po’ goffo.
- oh, ciao.
restò voltato per metà, con la parte superiore del busto. le gambe e i piedi no, rimasero un po’ storti verso il suo amico leonardo. era incerto, con il sorriso appena accennato e le labbra leggermente tremule.
- mi riconosci, nicola?
- sì, certo...
lo scrutò con quello sguardo leggermente svampito, gli occhi dilatati che puntavano le lenti spesse dei suoi occhiali, pur sempre in modo premuroso. era tenero con tutti, anche con quelli meno amici degli amici.
- come stai, nicola?
- bene, bene. grazie. e tu?
chiunque gliela perdonava quella smemorata disattenzione, quell’accennata ed innocente vaghezza, chiunque lo amasse e a cui lui volesse bene. era confuso, ché lo stava mettendo a fuoco, ma per nulla lo avrebbe ferito, dichiarando con insolenza di non averlo riconosciuto. eppure lo conosceva, ne era certo, solo che il nome proprio gli sfuggiva. gli girava intorno come l’arietta primaverile, una brezza lieve e in certi attimi pungente, ma proprio non gli veniva in mente. 
- anch’io sto bene, grazie. e anche la mia famiglia sta bene. e gli altri a casa? come stanno, stanno bene?
- sì, tutti bene. stiamo tutti bene, grazie.
lo fissava ancora diritto. era un viso pieno come una luna all’apice del suo ciclo, chiaro, rosato e appena più rosso sulle gote. tondo, molto tondo, con due occhi celesti molto chiari. che occhi di ghiaccio, pensò nicola tra sé. ipnotizzanti, quasi insidiosi.
- va bene, allora io vado. statti bene, nicola.
- grazie, grazie. anche tu, ci vediamo. ciao.
restò ancora così: voltato per metà con la parte superiore del busto e le gambe e i piedi un po’ storti verso il suo amico leonardo. sembrava sospeso, con quel suo sorriso un po’ tremolante e gli occhi buttati lì nel vuoto.
vagava nel vuoto di quell’istante. una svista non ricordare quel nome, pensò. quel viso di luna piena, bello tondo. quegli occhi di ghiaccio, così confusamente familiari. quella statura alta e quel portamento appesantito da un fisico nient'affatto longilineo.
d’un tratto tornò padrone del suo sguardo. un tuffo interiore gli fece sobbalzare le costole e tremare impercettibilmente le spalle. leonardo era ancora lì, distratto nella conversazione con un altro passante e sembrò non accorgersi del rossore sul volto di nicola. 
era suo fratello.
l’uomo alto tondo col viso pieno e gli occhi di ghiaccio, quello lì, era suo fratello. quello con cui non si parlava da otto anni e con il quale aveva litigato per un’intera vita era suo fratello. quello prepotente che lo sovrastava con parole forti sulle sue fragili era suo fratello. quello che non aveva subìto le angosce che i loro genitori avevano inflitto al maggiore dei due, nicola, era suo fratello. quello che una volta lo strattonò per la maglia e che avrebbe voluto picchiarlo era suo fratello. quello che si era fermato lì, sotto il tepore del sole di aprile, in una mattinata tranquilla in strada, lo aveva chiamato e salutato e aveva chiesto come stesse e come stesse la sua famiglia era suo fratello.
un riverbero di passato passò accanto a nicola e gli diede un'energica pacca sulla spalla. non preoccuparti, gli disse, tu guarda avanti. tu gioisci con la tua famiglia di adesso. non pensare ai soprusi subìti e all'amore strappato via. tu mantieni il tuo sorriso intimidito e un po’ sbadato sul tuo viso. che al resto ci pensa la vita, nicola.
la vita ti ama, nicola. tua moglie anche. le tue figlie ancor di più.
nicola, il fratello di nessuno.

bi




[the musician, http://www.randomgallery.it/Randomgallery/home.html]

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