martedì 18 giugno 2013

verba manent


 
preferisco il ridicolo di scrivere poesie,
al ridicolo di non scriverne.
da "possibilities", di wislawa szymborska
(nothing twice)
 

*disanimata

raccolta attorno all’ombra di se stessa
piena di dissonanze
che le attraversavano il ventre
colma di madri onnipresenti
e di sangue come cibo
di sé al centro di una stanza vuota
senza occhi puntati come fili
aveva solo orecchi e lacrime supine

*sguardi felini
 
volteggiava irradiata
dentro i pomeriggi delle tre
silenti e fischianti
di venti graminacei
con quegli sguardi gialli 
posati sopra i suoi corpi
pesanti e sottili
come un velo di seta orientale
quegli sguardi felini
le vestivano di luce
lo spirito

*impensabilità

giochi a fare l’aquilone rosso
retta da un laccio impensabile
a dire trame di parole
dello stesso colore delle viole
a baciare lembi rosati e umidi
stretti tra canini serrati
a costruire pensieri
su brandelli di eternità

bi

dedicate al femminile di ciascuno
che è un uno e un tutto




[creazione di victo ngai]


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