venerdì 13 settembre 2013

settembre non è bello se non è…

litigarello.
si litiga a settembre e si fa pace ad ottobre. è una questione di numeri: sette(-mbre). e il sette è quello della crisi del settimo coso, in cui tutti sbroccano e, invece di vedersi belli e con gli occhi a cuore, si ritrovano a tirarsi buste dell'immondizia (chiuse) addosso.
d'altronde il sette è mistico, è storto e ritorto, è numero primo, sì, insomma, nel girone dei numeri primi è come saturno per i pianeti: quando ce l'hai contro, è guerra (e ho detto guerra).
si litiga pure davanti alle scuole per un parcheggio in primerrima fila, che consenta ai genitori di accompagnare i propri figli dentro all'asilo, senza che nessuno si bagni troppo le scarpe comprate coi saldi di fine agosto. si litiga per scattare loro una foto centratissima con i grembiuli bianchi e blu e arcobaleno, ricchi di manine ben piantate sulle tracolle pulitissime delle cartelle (ah, no, che dico: degli zaini, mica stiamo ai miei tempi), per poterle subito esibire a parenti e amici e social network e amici al bancone del bar e vicini di casa e simili.

pioggerello.
peraltro è così: settembre introduce l'autunno con l'equinozio del ventidue. un periodo meraviglioso, occhei, quanto malinconico, pieno di giorni stracolmi di lacrime amare, che sbattono la porta in faccia all'estate luminosa e assolata, tutti e trenta insieme. mica uno ad uno: tutti e trenta spingono in un attimo il portone in faccia al trentuno agosto e punto. si devono di nuovo attendere tipo duecentottanta giorni, prima che torni il tepore del sole fino a tardi.
che poi "piove dalle nuvole sparse / piove su le tamerici salmastre ed arse" d'annunzio l'avrebbe voluta scrivere di getto in un giorno di settembre, ne sono certa, ed invece per la fretta si era sbrigato e l'aveva composta in estate, perché era stato lasciato.

…azzurro, anzi azzurrello.
azzurro, settembre è troppo azzurro e lungo per me, mi accorgo di non avere più risorse senza di te. e allora io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo da te. ma il treno dei desideri nei miei pensieri all’incontrario va
(uh! m'ero fatta prendere dalle botte di celentanite che giacciono felici in me)
dicevo, azzurrello. perché il cielo ha questa tinta decisa e forte, senza incertezze e titubanze, è pulito e limpido. il mare pure è azzurrissimo e di più, col cielo che se lo bacia e gli si tuffa dentro in un amplesso amoroso ed intenso. tutto intorno s'inumidisce e si scurisce di tre, quattro toni, prima di imbrunirsi ed ingiallirsi. le montagne azzurrano i propri riflessi sotto i raggi sbiechi del sole e i vestiti si stratificano un poco e le coperte dai tessuti sottili si accoccolano sopra i nostri corpi rientrati alle scomode ripetizioni giornaliere.
azzurro, dipinto d’azzurro: così è settembre, se vi pare.

principiello
fatto di prìncipi e princìpi, inizi, esordi, aperture, novità, rinascite. tanto che non si può restarne sordi al richiamo e si comincia a saltellare verso nuove mete e larghe vedute. genti che si sposano, che nascono (settembre è zeppo di compleanni ed anniversari in famiglia mia), che fanno esami, scrivono tesi, vanno in primo superiore, partono per fine settimana allungati e ancora carichi di voglia di ferie d'agosto, che fanno diete macrobiotiche e consultano omeopati e streghe bianche.

andiamo, è settembre, è tempo di librare.
settembre non è bello se non è iniziato e vissuto.
(ohibò).

bi
 



[immagine tratta da hub09 social design]
 
 

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