mercoledì 1 agosto 2012

cupido è un precario

- buongiorno, è la signora b.?
- sì, con chi parlo?
- sono cupido, il dio alato biondo, riccio, che scaglia frecce e fa innam…
- no, guardi, stia attento che alla prossima telefonata io la denuncio. sono iscritta nel registro delle pubbliche opposizioni, io! ha capito?
- ma proprio nel registro degli intoccabili?
- eh sì, guardi, e mo basta. è un continuo: chiamano in tre quattro pure cinque per le offerte telefoniche che chissenefrega le guardo su internet, quelli di cielo per la pay per view che io manco la vedo la televisione, quelli dell’energia elettrica pure non rinnovabile, lei che mi vuole prendere a frecciate… aho, insomma! per tutti gli dei dell’olimpo messi in fila per due col resto di uno!

rassegnato e con la tristezza nel cuore, cupido riattacca.
è visibilmente scosso ed il viso si è acceso di un rosso poco divino e piuttosto umano e fatto di carne e sangue zero erre acca positivo.
non ne può più di essere trattato così.
si sfila la cuffia, porta entrambe la mani alle tempie, smuove e stropiccia gli aridi riccioli dorati senza un verso e senza un senso, sbuffa e sospira, poggia poi gli avambracci sulla scrivania e vi divarica la fronte larga, intelligente e pensierosa.
non ne può più di essere trattato così neanche da chi lo ha assunto.
non assunto in cielo, né nell’olimpo, intendiamoci.
sì, perché a marzo cupido è stato assunto nella compagnia dell’amore, con un nuovissimo ed elasticissimo e magnificissimo contratto a progetto.
niente ferie pagate, niente malattia, niente pause ogni due ore per un quarto d’ora almeno, niente trattamento di fine rapporto, niente sicurezza, niente di niente.
(embe'?)
neanche aspettativa, maternità e robe arcaiche di questo tipo.
(embe'?)

- sì, ma questo progetto qual è? 

aveva chiesto al momento del colloquio, quando il direttore delle human resources (va be’, quello stronzo del personale, in pratica) gli aveva prospettato l’idea straordinaria della flessibilità del terzo millennio.

- il progetto è quello di riconsolidare il valore dell’amore fisso, a tempo indeterminato, quello della famiglia che è una e una sola possibile e per sempre, senza indugi, senza ma e senza se, senza divorzi, senza liti uterine o testosteroniche, finché morte non li separi!
- prego?
- la famiglia, quella che reggeva e che ha retto a lungo. ha capito?

incredulo e disilluso, cupido sgranò gli occhi azzurri e profondi come l’oceano.

- il progetto sarebbe vendere l’amore a tempo indeterminato con un contratto a progetto? mi pare un controsenso, dottor stranamore.
- ma quale controsenso, suvvia! sia meno rigido, si sproni, si lasci andare, evolva! non siamo mica più nel medioevo, signor cupido!    

ed eccolo lì: affranto e demotivato, con un contratto in scadenza al trentuno agosto, senza ferie, un forte desiderio di far innamorare al solo colpo della sua freccia alata e nessuno disposto a farsi colpire, perché vanno tutti troppo di fretta.

- non ci sono più gli innamorati di una volta, quelli che se ne stavano lì, seduti su una panchina verde immersa negli alberi del parco, ben vestiti e profumati e rilassati, con un libro di lettura tra le mani (rosa per le femminucce e azzurro per i maschietti), un timido sorriso fucsia sulle labbra e via. no, oggi sono tutti flessibili e pieghevoli, amori compresi, e se si siedono su una panchina neanche si accorgono chi hanno accanto... figuriamoci se si accorgono di me, quel nanetto di cupido. 

senti, caro cupido, dolce ed idealista come me: io ti capisco proprio e soffro come te, perché in fondo il mio romanticismo è incallito e resiste ai cambiamenti e alle rivoluzioni della vita.
però, santo cielo, pure te dattela una svegliata!
è che magari una donna ha finalmente realizzato che non ha più bisogno di un uomo per fare il proprio ingresso in una società d’apparenza e di maschere ed essere considerata tale: individuo e donna, dico.
e un uomo non ha più bisogno di una serva che chiama moglie davanti agli altri, che lo aspetti a casa, pronta a stirargli le camicie e gli slip taglia settima, perché da quando si è sposato si è pure ingrassato (che hai capito...).  
pertanto, cupido dolce e tenero, oggi ci si sceglie meglio e tu, con tutto il rispetto e la stima e l’amore che ho per te che mi piaci da impazzire, tu, dico, che ne puoi sapere di come può andare una relazione?
non t’affliggere, studia e reinventati!
diventa uno tipo consigliere matrimoniale, counselor, coach, filosofo, sessuologo di coppia o che so io… uno che consigli e di tanto in tanto riaddrizzi le direzioni deragliate, capito come?
lascia stare il marketing telefonico alle sette di sera, ché ti tiri dietro tutte le parolacce di quelli che chiami e pure dei vicini che origliano.
tira a lucido le tue vecchie e fantastiche ali, pensa positivo e vola alto!
e non abbandonare né le frecce alate, né il tuo ombelico tondo e grosso, né la tua purezza, né il bambino che sei e che ti possiede.
ché l’amore ha tanto bisogno di purezza e di un cosmopolìta divino e folgorante come te.

bi


[immagine tratta da "digital art"]

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