venerdì 31 agosto 2012

la verità è che non ci fila proprio

parliamone.
di quando per esempio lo abbiamo visto quel preciso giorno e abbiamo esclamato, sognanti:
- oddiosantissimobenedetto, è lui!
- lui chi?
- lui, uno fichissimo che ho visto l’anno scorso, tipo… oddiosantissimobenedetto!
- ma io c’ero?
- oddiosantissimobenedetto, è lui…
- sì, ma chi è?
- lui, quello che un giorno mi porterà la colazione a letto…
il lui intanto sta lì, girato di spalle per tre quarti, a pochi metri da noi.
gesticola elegantemente con il suo compagno di chiacchiere e dalla nostra posizione abbiamo l'enorme fortuna di riuscire a scorgere appena un angolo sottile delle sue labbra piene di parole soavi e aperte in un sorriso cordiale rivolto al mond'intero.
sembra il david di michelangelo, pure se con un paio di jeans e una t-shirt sportiva al posto di un marmoreo corpo scolpito da un genio.
ad un tratto si volta.
il sole è tiepido, quello della primavera che risveglia i sonni invernali degli istinti e degli ormoni ancora intorpiditi, spira una leggera brezza di mezzodì e intorno c’è il verde.
tutto verde chiaro e luminoso.
un clima perfetto, un momento perfetto, un panorama perfetto pure per la scena di una commedia inglese a lieto fine.
si volta.
gli occhi nei nostri, all’improvviso.
- oh, ciao! quanto tempo!
ci si avvicina sorridente, danzando leggero, e noi siamo lì ancora a pensare al letargo appena terminato degli ormoni che si stanno dischiudendo e tutte queste robe qui, che lui tanto che ne può sapere, e ci raggiunge.
posa due baci impalpabili sulle nostre guance ancora rosee e timide e lisce, liscissime, e già il cuore ci sale svelto di due piani.
trascorriamo con lui una piacevolissima mezzora di gentili convenevoli, di racconti sulle (sue di lui) vacanze invernali, di commenti sul freddo che ha deciso di darci una tregua, di battute più o meno ironiche sul nostro primo incontro in quel posto triste ma gioioso perché ci siamo dopotutto incontrate con lui.
intanto pensiamo, nell’ordine:
- cavolo non avevo mai notato quei suoi magnetici occhi scuri ed intelligenti ha il ventre piatto anzi piattissimo più del mio dovrò andare quindi a correre tutti i giorni santo cielo come parla bene mi sento così tonta è pure un uomo molto affermato ha una moto che farebbe invidia anche a mio padre oddio quanto sembra un po’ mio padre chi può dirmi se è impegnato? ma figurati se uno così è libero e poi sarà uno fedele? o uno dei soliti schiacquetti? sarebbe bellissimo uscire...
e non facciamo in tempo a bloccare la nostra mente ingoiata in quel turbine di fiori-sole-cuori che lui ci sfodera un biglietto e ci sussurra, avvicinandosi di più:
- be’, rivediamoci. no?
- sì...
e basta, non diciamo altro, perché annichilite.
e così cominciano due, tre, anche quattro settimane di messaggini a tutte le ore, baci scritti con più di tre puntini di sospensione, ti bacio invece di solo baci che lascia viaggiare di più l'immaginazione, la prima cena nel ristorante scelto da lui in pieno centro in cui entriamo e lo conoscono tutti e noi lì a ciondolarci nei nostri “ecco, mi presenta già ai suoi amici!” mentre ci si aggrovigliano le budella intorno alle farfalle nello stomaco, una sera da lui con un panorama mozzafiato in mezzo ad un verde selvaggio ed incontaminato, i suoi cani che ci scodinzolano e ci fanno dei festoni inaspettati per il carattere che hanno e noi lì a dirci “ecco, guarda bene: mi hanno accettata!”, il buio che ci avvolge, i baci appassionati, le telefonate a mezzanotte, i suoi messaggi mentre siamo con le nostre amiche, la telefonata per sapere come sta la sua tartaruga che aveva le placche alla gola e noi gli avevamo consigliato il veterinario omeopata che c'ha fatto fare un figurone, la passione in comune per gli animali che quando la ritrova un’altra come noi a cui piacciono così tanto, eh?
occhei.
poi un bel giorno cominciamo ad aggirarci per casa come delle zombie morse da un vampiro (maschio) e cominciamo a guardare insistentemente ed in modo sinistro il nostro cellulare, maledicendolo e dicendo isteriche:
- questo telefono è una merda! devo assolutamente cambiarlo! non prende da nessuna parte!
perché sono giorni che lui niente, non si sa dove sia, né chiama, né ci inebria più con le sue parole sdolcinate stampate nei suoi messaggi, che rileggiamo, rileggiamo, rileggiamo...
andiamo al fisso e con aria di sfida e fumo negli occhi componiamo il nostro numero di cellulare e restiamo in attesa.
squilla.
- merda, squilla! quindi prende. quindi non mi ha chiamata. e se avesse finito di lavorare tutte le sere all'una di notte? e se poi la tartaruga avesse avuto la tonsillite e l’avesse dovuta far sopprimere? oddio sai come starà soffrendo? e se fosse caduto dalla moto? con due braccia ingessate a elle che manco può prendere il cellulare in mano? poveraccio, dai… che faccio? chiamo io? ma no, io no! l’ho chiamato già le ultime due volte. anzi sei... aspetto domani, dai. magari gli mando un messaggio. solo un messaggio, giusto così, veloce, sorridente, per sapere se stia bene e basta, che non sia pesante, che sia affettuoso e al tempo stesso che lo incuriosisca e mi risponda subito. sì!
sì, ma prima di scriverlo, chiamiamo in fila le nostre tre amiche migliori, di quelle che leggono molti libri e sanno scrivere benissimo, e chiediamo loro cosa scriverebbero nel messaggio, che faccia effetto e non resti ignorato.
facciamo poi una media tra le tre e finalmente, dopo un’oretta circa, partoriamo ed inviamo, col cuore stretto da una morsa in gola, il nostro favoloso messaggio.
siamo soddisfatte, noi. siamo donne dei tempi nuovi, noi. mica come le nostre nonne. siamo emancipate, noi. mica abbiamo bisogno di attendere le mosse degli uomini, noi. siamo moderne e alla pari, noi. mica è male se facciamo noi il primo passo. no?
lui, intanto, non risponde.
e noi facciamo le prove per vedere se per caso il cellulare si fosse maledettamente bloccato e richiamiamo le nostre tre amiche chiedendo loro di mandarci un messaggio (che arriva puntuale ed inesorabile) e spegniamo e riaccendiamo il telefono e spegniamo e riaccendiamo il telefono e spegniamo e riaccendiamo il telefono…
- ecco, dove avrò sbagliato? sarò stata incalzante? troppo opprimente? non gli sarà piaciuto il pantalone che ho messo l’ultima vota che sono stata con lui? avrei dovuto mettere una gonna? la sfiga continua a perseguitarmi? sono sbagliata dalla testa ai piedi, anzi i piedi no, alle caviglie? avrò parlato troppo di me e lasciato poco all’immaginazione? abbiamo fatto sesso troppo presto? abbiamo fatto sesso troppo tardi? i miei tempi non coincidono con i suoi? come faccio a farli coincidere? servirebbe una maga? dove avrò sbagliato? dove avrò sbagliato? dove avrò sbagliato?
parliamone.
perché ognuno ha tutto al posto giusto e nei tempi giusti. tutto.
la verità è che non ci fila proprio.
non è lui quello che cammina nella strada verso il nostro infinito.

bi




[immagine tratta da internet]

      

5 commenti:

  1. Bellissimo. Un pezzo di mondo fem (minile) davvero ben raccontato, fotografato, visualizzato, trasmesso via rete mobile/adls/tv. Una specie di applicazione per smartphone. Eccellente BB!

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    1. grazie, grazie FF mio!
      applicazione per smartphone, poi, è geniale...;)
      love

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  2. Potrei pure dargli un nome al "nostro david di michelangelo" pieno di cani, moto, casa bella, giardino curato che un giorno lo aiuterai a pulire dalle foglie secche etc.. etc..
    Ma sai una cosa??
    Non mi ricordo più nemmeno il suo nome!!!!!!
    Ah ah ah ah ah ah ah
    Tiè, carissimo david michelangelo !!!!!!!!!!!!

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    1. ognuno ha avuto un david-di-michelangelo-fuori e vuoto dentro in vita sua...
      ahahahahahahah
      love

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