Se una notte d'estate una viaggiatrice…no è troppo impegnativo così. già sono molto confusa e non riesco a scrivere due righe di senso compiuto…proviamo semplicemente dicendo che:
pensavo che è bella Roma in questi giorni, piano piano comincia a svuotarsi, la notti sono calde ma dolci. Le strade sono lisce quasi vuote e si fila via che è una bellezza. Bisognerebbe rimanere ora, e non partire. Sembra quasi che profumi di questi tempi, Roma. E mi piace, mi rilasso e mi perdo in quel gioco che amavo fare da bambina mentre tornavo a casa e c’era poca gente e poche finestre illuminate, mi ci perdevo dentro quelle luci di case sconosciute, chiudevo gli occhi e mi immaginavo il profumo di quella vita, mi bastavano pochi particolari, intravisti di sfuggita dalla finestra spalancata dal caldo, per afferrarne un poco di quell'aria che era passata fra quelle mura. Mi immaginavo i volti e che tipo di vita potevano aver vissuto i suoi abitanti, mi immaginavo storie, incontri, lotte-amori e disamori. Mi immaginavo film d'autore e libri di fantascienza poggiati distrattamente sul letto. Mi cullavano meravigliosamente questi pensieri, mi rilassavano profondamente.
E poi sai che.. quant’è bella Roma illuminata di notte le sere quasi agosto d’estate matura inoltrata, mezza andata eppure ancora viva. Che io me la sento solo ora addosso ste'estate, mi si appiccica eppure dicono già che è tutta mezza andata.
E tutto questo per dire che è importante poterlo vivere, importante come respirare e me lo stavo togliendo, non avevo più aria. il tempo non c’era più per vedere Roma di notte d’estate illuminata con le luci nelle case aperte che si vede dentro e si possono immaginare mille vite che forse avrei voluto vivere o anche solo vedere o forse no, e che questo è importante come il resto della vita che scorre e fugge violentemente e che se gli altri pensano che sono pazza non importa, vivere queste emozioni è importante quanto mangiare e respirare.
E tutto questo per dire che mi piace la strada nuova che hai scelto per tornare a casa dal centro. Che non è nuova, però prima ne facevamo un’altra che passava per la Nomentana e non mi piaceva, aveva una brutta energia. Ora passiamo dal Quirinale, tagliamo Roma in lungo come una forbice sfila veloce sulla seta, e ci troviamo di fronte ai pini immensi di villa Ada che io li vedo da quando ho 4 anni e mi proteggono da tutto o almeno così mi pare. Ed è già odore di casa e di te che siedi accanto nuovo o nuovamente. E c'è che di quei pini secolari mi porto dentro l'odore e che stanno lì da tutta la vita, la mia e non solo. e mi facevano pensare che vivevo a Roma e non in una periferia lontana, dove non c'era nulla, che c'era ancora la terra battuta sotto le finestre quando ero bimba, che aspettavo la pioggia trepidante perché si creavano dei rivoli d'acqua fangosa e mi sembravano fiumi e ci buttavo le costruzioni per vederle galleggiare via, trascinate dalla corrente. ed io un po' con loro via, dal nulla di quella periferia. ma poi la domenica c'erano i pini di villa Ada e il laghetto, e allora era un po' Roma, più mia .
E tu sei qui e altrove, sei il filo che lega il passato al futuro, sei presente ma sei memoria infinita. sei il guidatore che sfreccia di notte e taglia Roma in due, dal centro alla periferia, che oggi non è più, eppur sempre è.pensavo che è bella Roma in questi giorni, piano piano comincia a svuotarsi, la notti sono calde ma dolci. Le strade sono lisce quasi vuote e si fila via che è una bellezza. Bisognerebbe rimanere ora, e non partire. Sembra quasi che profumi di questi tempi, Roma. E mi piace, mi rilasso e mi perdo in quel gioco che amavo fare da bambina mentre tornavo a casa e c’era poca gente e poche finestre illuminate, mi ci perdevo dentro quelle luci di case sconosciute, chiudevo gli occhi e mi immaginavo il profumo di quella vita, mi bastavano pochi particolari, intravisti di sfuggita dalla finestra spalancata dal caldo, per afferrarne un poco di quell'aria che era passata fra quelle mura. Mi immaginavo i volti e che tipo di vita potevano aver vissuto i suoi abitanti, mi immaginavo storie, incontri, lotte-amori e disamori. Mi immaginavo film d'autore e libri di fantascienza poggiati distrattamente sul letto. Mi cullavano meravigliosamente questi pensieri, mi rilassavano profondamente.
E poi sai che.. quant’è bella Roma illuminata di notte le sere quasi agosto d’estate matura inoltrata, mezza andata eppure ancora viva. Che io me la sento solo ora addosso ste'estate, mi si appiccica eppure dicono già che è tutta mezza andata.
E tutto questo per dire che è importante poterlo vivere, importante come respirare e me lo stavo togliendo, non avevo più aria. il tempo non c’era più per vedere Roma di notte d’estate illuminata con le luci nelle case aperte che si vede dentro e si possono immaginare mille vite che forse avrei voluto vivere o anche solo vedere o forse no, e che questo è importante come il resto della vita che scorre e fugge violentemente e che se gli altri pensano che sono pazza non importa, vivere queste emozioni è importante quanto mangiare e respirare.
E tutto questo per dire che mi piace la strada nuova che hai scelto per tornare a casa dal centro. Che non è nuova, però prima ne facevamo un’altra che passava per la Nomentana e non mi piaceva, aveva una brutta energia. Ora passiamo dal Quirinale, tagliamo Roma in lungo come una forbice sfila veloce sulla seta, e ci troviamo di fronte ai pini immensi di villa Ada che io li vedo da quando ho 4 anni e mi proteggono da tutto o almeno così mi pare. Ed è già odore di casa e di te che siedi accanto nuovo o nuovamente. E c'è che di quei pini secolari mi porto dentro l'odore e che stanno lì da tutta la vita, la mia e non solo. e mi facevano pensare che vivevo a Roma e non in una periferia lontana, dove non c'era nulla, che c'era ancora la terra battuta sotto le finestre quando ero bimba, che aspettavo la pioggia trepidante perché si creavano dei rivoli d'acqua fangosa e mi sembravano fiumi e ci buttavo le costruzioni per vederle galleggiare via, trascinate dalla corrente. ed io un po' con loro via, dal nulla di quella periferia. ma poi la domenica c'erano i pini di villa Ada e il laghetto, e allora era un po' Roma, più mia .
Di.
mancava la bellezza di Di in questa esperienza chiamata radica.menti.
RispondiEliminaun'esperienza un po' folle, un po' no, un po' a due, un po' da sole, un po' nostra, un po' degli altri che ci animano e camminano con noi.
grazie Di, mi mancava leggere la terra capricorna, schiva eppure così divina, spirituale eppure così fangosa, fatta di silenzi e anche no, fatta di vita e di altrove.
di un aldilà che sta qua e che sa di amicizia bella e di presenze solide e leonine.
ma pur sempre pre-raffaellite.
perché la nostra amicizia è decollata lì: davanti alla bellezza e all'incanto dei quadri pre-raffaelliti di roma nostra, in viale delle belle arti.
love
Eccola la poetessa! Grande grande. E' un piacere leggerti ;)
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