mercoledì 24 aprile 2013

“mamma-è-bello”

le dieci regole d’oro per fare la mamma fica nel duemilatredici.

a) tuo figlio ha sempre ragione
anche quando l’insegnante ti dice che ha spinto il compagno contro lo spigolo della cattedra e gli ha fatto uscire fiotti di sangue grossi come la fontana delle novantanove cannelle.
anche quando non ha capito il capitolo della seconda guerra punica e dice che la colpa è dell’insegnante, se non sa dirti se annibale sia romano o cartaginese. perché lui (tuo figlio) è digital native e si sente cittadino del mondo e il mondo comprende sia roma che cartagine. quindi dice che tu gli poni domande inutili.
anche quando ripete una parolaccia, già, una parolaccia bruttissima che comincia con la c e la ripete due, tre volte e tu lo guardi inorridita e ti chiedi sommessamente come mai, visto che tu la dici sempre a voce bassissima, tipo sibilo. è che dimentichi che a lui non sfugge niente di quello che dici e che fai. e ti imita, inesorabilmente e tuo malgrado.

b) se non organizzi le feste ai gonfiabili non sei nessuno
perché i gonfiabili sono al coperto e pure se piove sei tranquillissima che la festa non andrà rovinata.
perché i gonfiabili sono enormi e colorati e vanno di moda che proprio non puoi dire alle mamme “venite al parco alle cinque, che io porto coca cola e torta!” perché ti guarderebbero come fossi un’aliena e saresti un’anonima stravagante e dissociata da emarginare subito manco avessi la faccia viola sfumata di verde e puzzassi di naftalina.
ci vuole una certa organizzazione, ci vuole. se no non sei nessuno.

c) le scarpe da ginnastica si comprano e si fanno regalare solo di marca
mica come ai tempi nostri, in cui alle elementari mettevamo le scarpe blu con i buchi.
(che meraviglia le scarpe con i buchi, di una bellezza che i figli digital natives non potranno mai assaporare).
ora solo mini sneakers, scherzi? mini scarpe, maxi brand. di super marca. senza lacci e con lo strappo, così non si sciolgono e sono praticissime. capito? occhei.

d) tuo figlio è sempre un fenomeno
a calcio, dico. o a rugby, pallacanestro, pallavolo e giochi di squadra così.
la squadra? fa da cornice.
lui? è il migliore, the hero, il più importante, il più intelligente, il più figlio, il più e sto.
c’è solo lui e nessun altro. se no gli ferisci l’ego, intesi? meglio gonfiarglielo, tanto in futuro quell’ego se lo smazzerà la sua dolcerrima metà, mica più tu.

e) alle nove tutti a letto un cavolo
dimenticati i bei sonni alle nove di sera dopo una solitaria doccia tiepida silenziosa e profumata di muschio bianco e biancospino…
no! i figli di oggi alle nove sono sveglissimi e aspettano la mezzanotte come a capodanno. tutti i giorni. rassegnati.

f) al mcdonalds una volta a settimana
se no, pure lì, non sei nessuno.
le schifezze una volta a settimana sono salutari. i surrogati di patata fritta, che di patata hanno solo forma e colore, una volta a settimana sono salutari.
pure per te che stai affannosamente a dieta per sgonfiare la pancia dei quarant’anni a fatica… che fai, vai lì e ti mangi un’insalata? ti prego, no.

g) “scarta-la-carta!”
cantato. è un inno. capito quale?
dunque, tuo figlio deve scartare i millesettecentocinquadue regali che ha ricevuto per il suo compleanno e non lo fa, educatamente, quando il regalo gli viene portato.
eh no, mica lo puoi disturbare mentre cerca di sgonfiare i gonfiabili come un homo di neanderthal
tutti insieme si scartano. tutti. e tutti in coro gli cantano: “scarta-la-carta! scarta-la-carta! scarta-la-carta!” (eccetera... ché a me, scusami tanto, viene la dermatite).

h) la festa a un anno non è una scelta
non puoi scegliere se sì o se no: la festa a un anno è un obbligo istituzionale.
che tuo figlio lo vedi che si dissocia, non ci capisce niente, si guarda tutta quella gente estranea attorno come fosse una folla indistinta di invasati.
tutti che ululano, gli dicono cose con le vocine del cavolo e cantano “tanti auguri a teee!”, mentre lui rischia di tuffarsi sopra la panna della torta e di bruciarsi con le candeline…
la festa a un anno si fa per legge.

i) devi vivere in funzione degli appuntamenti settimanali di tuo figlio
non avrai altri appuntamenti al di fuori di quelli di tuo figlio.
che va a scuola, esce da scuola, va a fare uno sport nei giorni dispari, a lezione di chitarra in quelli pari, a catechismo due, tre, quattro anni di seguito, si ammala di venerdì, deve presenziare alle feste degli amichetti il sabato, andare a messa la domenica.
e tu? pazienza, socializzi in giro con altre madri sciupate come te.

l) la cacca di tuo figlio è una sostanza speciale e santa
ché come fa la cacca lui, non la fa nessuno.
come fa la pipì lui, nessun altro nel quartiere.
come vomita lui, lasciamo stare: nessuno nella provincia.
come gli viene la varicella a lui, mai nessuno nella storia.
e potrei andare avanti, ma mi fermo per sfinimento.

se sei mamma e non ti riconosci in almeno sei di queste regole d’oro,  non hai la sufficienza.
ma sei senza dubbio un’anima salva.

con tutta la mia solidarietà (più o meno), bi
 
 
 

2 commenti:

  1. ok.... direi che sei pronta! ;o) <3

    RispondiElimina
    Risposte
    1. a rileggerle tutte e dieci e restare forever figlia?
      sì, sono pronta :D
      love

      Elimina