e invece no!
spegni il sorriso interiore non appena apri la finestra e vedi che piove e sembra già sera, non mattina, tanto che fa più luce il chiarore della lampadina maledettamente vecchia che quella foschia grigiastra e sudicia e rumorosa.
purifica, per carità.
lava l’aria, per carità.
nutre la terra, per carità.
è vitale, per carità.
ma al quarto giorno ti girano vorticosamente già per il solo fatto che non ricordi più di quale gradazione di colore sia la bellezza del cielo limpido.
e sbraiti.
sei una meteoropatica se tieni l’ombrello fisso in
macchina, nella tasca laterale dello sportello sinistro, tutto bello
infiocchettato e incapsulato e nuovo di pacca.
che è utilissimo, perché metti caso che tu sia lontana da casa e all'improvviso becchi una grandinata, bene: tu sei prontissima e lo tiri
fuori, come un coniglio bianchissimo dal cilindro.e invece no!
è mattina e sei a casa e devi andare a lavoro e la macchina è lontana molto lontana ché la sera prima il parcheggio non c’era manco a disegnarlo con le strisce adesive bianche.
quindi esci incappucciata, sì, ma non basta.
e inveisci contro quelli della setta delle previsioni del tempo, che la sera prima lo avevano dannatamente predetto...
ma tu no!
non li hai ascoltati, perché sei ottimista e vedi sempre il bicchiere pieno per metà e dici va bene, che fa, semmai l’ombrello potrebbe servire domani.
perché sì, loro sono una setta satanica e portano iella marcia.
e sbraiti.
sei una meteoropatica se cammini con lo sguardo inclinato
verso i piedi, perché sei triste e malinconica e ti viene da piangere e non ti
capisci e non ti senti compresa e pensi e ripensi e strapensi e comunque non
sai perché tutto queste robe così.
ad ogni modo, cammini, con lo sguardo basso, e
all’improvviso sei punta da un odore
intenso di fiori freschi e bagnati, che ti invade le narici e ti arriva in
testa e s’infila lì, dritto nell’angolo dei ricordi. e mica pensi ai prati in primavera inumiditi dalla pioggia sotto una luce timida di un sole nascosto che si cela a cercare la sua amata luna verso l’ora del crepuscolo…
eh no!
pensi subito di camminare in un cimitero.
cupo, solo, tetro, quasi buio.
e sei cupa, sola, tetra, quasi buia.
e pensi che i ricordi alle volte siano stronzi, più stronzi di quella pioggia beffarda di marzo e d’aprile che bagna i fiori e tu ne senti l’odore e pensi al cimitero di prima.
e sbraiti.
sei una meteoropatica se ti ripeti ogni ora che passa che
il sole è una speranza che è bello che è giallo e il giallo è allegria che
scalda che gira intorno alla terra e invece no è un’illusione ché è la terra che gira
intorno al sole ma tu ti senti al centro dell’universo e te ne freghi e pensi
che sia lui bello e focoso come il sole a girare intorno a te e a nessun’altra.
piove e sbraiti.
sei una meteoropatica se ti rode che manco riesci a dire
due parole insieme senza che la terza sia una parolaccia, se hai le occhiaie
buie come le nuvole e bagnate come la pioggia fuori, se non sorridi più e
formuli desideri sempre più irrealizzabili per infliggerti poi la colpa della
loro non realizzazione e cose depressissime così.
eppure, te lo dico io, sì, sì proprio io, la presidentessa del sindacato delle meteoropatiche, don’t worry!sei bellissima.
simpaticissima.
amatissima.
bravissima.
issima.
sima.
ima.
acchiappa l’ombrello, come fosse una scopa volante, ed
esci sotto la pioggia.
le gocce che cadono sono farfalle scese per donarti il loro bacio innamorato.
bi
[creazione di amy sol per surrealismo pop]
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