mercoledì 10 ottobre 2012

io ci penso, e tu? un monologo.




sono tutta pensiero e tocco poco le cose.
il tatto, dico, è l'ultimo dei sensi che sento davvero, e tu?
annuso molto e penso nelle viscere.
mi vedo espansa e diluita come un'aria fatta d'immaginazione e bolle.
costruisco.
me, poi il mondo intorno.
lo sai che una mela al giorno costa quasi quattordici euro al mese?
i proverbi dovrebbero essere aggiornati coi tempi, o no?
e la mela di oggi non sa più neanche di sole.
quand'è stata l'ultima volta che hai mangiato una cosa che sapesse di sole?
io il diciassette settembre: una manciata di more nere e mollicce.
trasudavano natura e odoravano di cervi maschi in amore.
e bramivano, pure.
quell'eco feconda ne aveva liberato i semi.
erano volati fin sopra le montagne.
mi hanno macchiato la lingua di viola.
l'hanno tinta di terra bagnata dalla pioggia autunnale.
sono tutta pensiero e difficilmente tocco le cose.
una volta sono stata al museo del lupo.
io amo molto i lupi, e tu?
lì c'era un'ampia botte di legno con un foro al centro.
devi infilare la mano ed indovinare cosa c'è dentro, mi avevano detto.
ecco, avevo iniziato a sudare.
dai, me lo immagino, gli avevo risposto, basta così.
ma lo fanno anche i bambini, su.
niente.
il mio corpo non ascoltava.
ho immaginato che lì dentro ci fosse il pelo di un lupo.
qualcosa di troppo sacro per essere volgarmente toccato.
lo era, mi avevano confermato.
lo vedi? non è sempre necessario toccare con mano.
ed io non sempre uso le mani per toccare.
le mie mani non hanno la consistenza che immagini tu, lo sai?
sono un po' così: vanno attraverso.
quando mi sveglio sono l'ultima cosa a svegliarsi e muoversi.
non sono mani fatte per il tatto.
loro sognano di fare altro nella vita.
sono una un po' appannata, e tu?
vedo bene, eppure anche appannato.
quando vado al mare m'ipnotizzo a contare le onde.
sono un'infinità impossibile da numerare.
il mare si agita ed il mondo da ogni parte s'immobilizza.
resta lì incantato ad ammirare i suoi ritorni asincroni.
movimenti che si rompono lì, in quel punto.
la montagna no, è tutta diversa.
sta lì, immobile ed immutabile ed io avverto il mondo che gira.
vorticosamente, tutt'intorno, di quei moti che mi scardinano l'equilibrio.
ho le vertigini e mi aggrappo con forza alla terra e alle radici delle rocce.
l'ultima volta no, non le ho avute.
il mondo girava e io ho cominciato a girare nello stesso verso.
vedi, mi devo arrendere alle volte, e tu?
sono tutta pensiero, io.
ti costruisco in testa, poi tutto il resto.
se non ci sei nella mia mente, non ci sei ovunque.
se io non sto nella mia mente, non sto da nessuna parte.
non è che penso e dunque esisto.
è che esisto e dunque penso.
è una questione di direzione.
e la direzione è opposta alla ragione e alla parte sinistra del cervello.
è una cosa destra, intesi?
destra.
la vita è fatta di vita, pensaci.
la vita non è fatta di morte.
la vita vive, la vita è verità.
è la mente che mente.
 
bi


[creazione di nicoletta ceccoli]

4 commenti:

  1. non sono così sicuro che la vita 'non è fatta di morte', ma io sono un nichilista (nel senso puro del termine), non faccio testo. E comunque, contro voi due non mi ci metto :) brave B+B

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ahahahah :D
      dipende cosa intendi per morte: per me non è certo una fine, ma piuttosto un'evoluzione, un mutamento.
      il tempo scalfisce solo il corpo, in fondo.
      che è un terzo di ciò che "siamo", nel senso più intimo e profondo dell' "essere".
      e tu sei.
      nun ce prova' ;)
      love (e grazie ff)

      Elimina
  2. bello bellissimo...mi trascinava come un'onda verso un viaggio infinito. love you

    RispondiElimina