mercoledì 12 settembre 2012

la donna dalla casacca beige

posò la sua borsa capiente con cura ed attenzione accanto a sé, mantenendo stretta tra le dita una lettera. era di spalle e in quell’attesa lasciava riposare il peso del corpo sulla gamba sinistra, il fianco leggermente rialzato, mentre con la destra sfiorava timidamente l’esile piede dell’uomo che la accompagnava.
una casacca dai toni del beige adornata da fiori color crema quasi impercettibili abbracciava le sue larghe spalle e le addolciva il punto vita, una lunga gonna corvina con minuscole cuciture stondate e scure celava due gambe nerborute, giungendo a nasconderle le caviglie un po’ ispessite e piuttosto pallide.
toccò a lei. la donna dalla casacca beige imbracciò con energia la borsa lasciata in disparte e avanzò di tre passi, lenti e poco decisi.
l’uomo che la accompagnava la seguì risoluto e subito le cinse le spalle con il braccio, andando a disegnare un arco di protezione ed esortazione.

- devo spedire questa lettera, quant’è?

parlava come avrebbe fatto un’altra in fila per comprare del pane ancora da pesare. agitava nervosamente tutte e dieci le dita un po’ corte e robuste: aveva appena abbandonato la sua lettera ed impaziente sembrava soffrirne già l'assenza.
l’uomo che la accompagnava si voltò a guardarla. sorrise appena, la strinse un po’ al suo petto e lei cedette morbidamente. poi allentò la presa, fece scivolare in una lenta e trasparente carezza la mano lungo il braccio di lei e la riportò su, sfiorandole sottilmente la testa.
non i capelli: un foulard nero sottile come la seta le avvolgeva delicatamente il capo e le proteggeva il collo.

- sono un euro e sessanta.

era dunque deciso: la lettera doveva volare a destinazione.
sospirò e si voltò verso l’uomo che la accompagnava, che s’infilò una mano in tasca e, dopo avervi frugato per un po’, vi sfilò delle monete.
intanto la donna dalla casacca beige sembrava agitarsi, ancheggiando impaziente, portando le mani alle labbra serrate, prima una, poi l’altra, sfregandosi nervosamente all’altezza dei reni, sfuggendo alle occhiate sicure e determinate dell’uomo che la accompagnava, voltandosi a sinistra con gli occhi alla ricerca di un punto difficile da scorgere.
si spostò la lunga gonna corvina e quel movimento mise in luce i suoi piedi: indossava un paio di ballerine bianche con la punta nera e lucida, basse e molto scollate.
due piedi costretti e gonfi parevano cercare aria e luce, sembravano voler straripare.
guardai meglio e la pelle che alle caviglie sembrava chiara appariva in quel punto quasi violacea. mi tolsi con fare interrogativo gli occhiali da sole.
non era una pelle violacea: il bordo dei piedi era pieno di grossi rigonfiamenti perfettamente tondi, grandi vesciche tinte di porpora dall’interno coloravano con forza quasi violenta i suoi piedi, almeno nella parte visibile dalla scollatura delle ballerine.
i suoi piedi traboccavano in modo dirompente.
il cuore mi fece un sussulto.
pensai che forse quelle ballerine volessero ballare ma non potessero farlo, che forse quei piedi volessero affacciarsi e stiracchiarsi e respirare vita ma non potessero farlo, che forse quella pelle volesse uscire allo scoperto verso il mondo, ma non potesse farlo. forse.
la donna dalla casacca beige era coperta dappertutto e senza vie d’uscita, dalla testa ai piedi, senza colore, senza ossigeno, senza libertà, fatta eccezione per il viso, le mani ed il collo del piede.
pagarono e la lettera iniziò il suo viaggio a destinazione.
i due si spostarono per far passare me, ma la donna dalla casacca beige ancora sembrava indugiare.
aspettai.
lui le afferrò la mano, la portò a sé, le fece una confidenza nell'orecchio, i piedi della donna inciamparono incerti, lui la aiutò, la donna portò i suoi occhi verso l’uscita, poi si voltò ancora una volta indietro verso la sua lettera, lui le sorrise e quel sorriso familiare e rassicurante, probabilmente, la convinse.
lo donna dalla casacca beige e l’uomo che la accompagnava uscirono.
era il mio turno.
feci tre passi avanti e mi voltai: non li vidi più.
il cuore sussultò ancora una volta.
mi rattristai.

bi




[la sposa con il ventaglio, di marc chagall]

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