- non disegnarmi confini, non cercarli.
voglio essere come l'acqua, anche quando non parlo e la luce è sottile.
- non voglio aggiungere confini, ho bisogno di una mappa, per non perdermi.
- allora scegli una mappa dei cieli, una mappa delle stelle.
- sono lontane miliardi di anni, le stelle. quello che vedi è andato già. sono parvenze.
- sono le non prospettive, sono i non punti di vista, sono la tensione verso l'alto. sono metafore e proiezioni.
- vorrei tracciare una linea fra le tue stelle, una linea di racconti che decora contorni all'anima, solo per poterla vedere.
- non è necessario vedere. tornare.
- ho il passo incerto, svelto, poco equilibrio sulla terra.
- ma hai il flusso
- si è un flusso.
dove ci troveremo?
- io andrò nel giardino segreto. è bagnato come le primavere inglesi. tu vai lì, dove c'è l'albero sulla collina dalla terra rossa, e si vede la casa di campagna. oppure sull'altalena di nonno, quella sull'albero di fico.
- ah ricordo bene. e le notti profumate di fieno, con nonno che cammina davanti. ha la camicia leggera, bianca, e i pantaloni marroni. sembra un vecchio albero nodoso. ha la pella dura che sembra corteccia. a volte appare l'ombra deforme, ma invincibile.
- è tutto lì, anche l'altrove.
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