chiedimi se sono felice.
anzi, no.
ci penso io.
sì, sono felice.
a prescindere dal resto.
indipendentemente dagli altri.
nonostante tutto.
malgrado le apparenze.
soprattutto nel rispetto della vita che mi sono disegnata
addosso.
sono felice perché domani radicamenti compie un anno. si
sente fresca come una rosa rosa-sfumato ed è felice che, parlando di lei, si usi il
femminile. è uno spirito femmina, senz’altro. un po’ come diana, un po’ come
afrodite, un po’ come artemide. perché mica è solo uno spazio o, peggio, un
non-luogo. è luogo eccome e pure corpo e anche anima. è perfino un divano
ampio e comodo con un tavolo etnico di fronte, due tazze piene di tè zuccherato, tante
parole dette bene e un’aria fresca, contaminata da un’amorevole amicizia. come
posso non essere felice del compleanno di radicamenti? dovrò anche farle un
regalo con la mia di. magari basterebbe un po’ di silenzio, affinché si ascolti
un po’ nel profondo e si senta appagata anche lei di essere se stessa:
radicamenti.
sono felice perché ho superato brillantemente dieci
agonizzanti giorni di bronchite, che sarebbe potuta essere peggio:
broncopolmonite. e invece no. ho visto cose che voi mostri neanche potete
immaginare. una notte mi sono svegliata mezza moribonda e ho trovato l’albero
di natale acceso. che prima era spento. sì, insomma, qualcuno mi ha visto nel
pieno della mia sofferenza e mi ha acceso delle lucine accanto, restandosene in
silenzio e in un angolo buio… poi manco ho avuto il problema del
che-mi-metto-a-capodanno, che è una questione annosa. dunque alla fine ho
scelto il pigiama grigio scuro, zeppo di stelline e lunette e palline. tutte
microscopiche. ah, anche le lenzuola dei peanuts, per sentirmi nel bel mezzo di
una festa tra discoli e non solo a letto.
sono felice perché sono iniziate le frappe. che altro c’è
da aggiungere ad una notizia fantasticherrima come questa? niente, parla da sé.
frappe tutti i giorni e a volontà, frappe che che-te-lo-dico-a-fare quanto sono
buone, frappe che ti regalano una manciata di sorrisi e brufoli adolescenziali,
frappe che ti passa tutto compresa la sindrome dell’inizio settimana, frappe
che il fegato si rassegnerà finché arriverà martedì grasso. lui se ne
feliciterà e io manco un po’. evviva le frappe e chi le cucina!
sono felice perché penso alla neve e alle montagne e mi
si apre il cuore. voglio dire, è importante avere una cosa nel cassetto che lo
apri, la guardi e ridi come una pazza. sono felice anche se non le vedo e ce
l’ho lontane, perché tanto ce l’ho nel cuore. quindi il resto non conta, no? me
le sogno, le guardo, le penso e dico che è una fortuna avere delle montagne che
stanno lì che m’aspettano.
sono felice perché già so che, se avrò tempo, disobbedirò
all’intento di regalare un po’ di silenzio a radicamenti. perché parlo troppo e
lo so. e se domani avrò tempo, le scriverò anche: "auguri", "ciao sono radicamenti
e oggi è il mio compleanno!", "ringrazio bi e di per avermi dato alla luce il
quindici gennaio del duemiladodici che era una domenica piovosa e grigerrima" e
cose smielate così. perché disobbedire a se stessi è una cosa che fa bene, per
sentirsi vivi e fieri di non essere automatici.
perché l’oroscopo dice che l’anno per i gemelli sarà
bello e ho appena mangiato un bacio perugina con uno di quei foglietti dentro
che tutte le volte dico: che palle le citazioni scontate dei baci perugina! e
puntualmente me le leggo e pure prima di succhiarmi il cioccolato che avvolge
la nocciola del bacio. sul foglietto di oggi c’è scritto: “la fortuna è già
dalla tua parte”. che sommato all’oroscopo che dice che l’anno per i gemelli
sarà bello fa che sono felice.
perché dopo vent’anni abbiamo di nuovo attaccato
sull’albero di natale un babbo natale che ho disegnato a scuola, invece di
prendere appunti. una di quelle volte in cui non avevo voglia di fare niente,
che niente non è mai ma è voglia-di-fare-una-cosa-che-mi-piace e che non è
prendere appunti. e quindi ho disegnato questo babbetto sorridente e con le gote gonfie.
poi l’ho attaccato sopra un cartoncino e se ne sta beato tra le palle a fare
quello che ha più esperienza, perché appunto ha vent’anni.
perché c’è sempre un perché per essere felice. e se non
c’è, ci penso bene e lo trovo. e se non lo trovo io, mi trova lui, che ci vede
meglio di me che ogni tanto faccio la gnorri.
perché sì, invece che perché no.
bi
[creazione "never ending stories" di anry, tratta da pop surrealist]
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