lunedì 14 gennaio 2013

chiedimi se sono felice. anzi, no. ci penso io.

chiedimi se sono felice.
anzi, no.
ci penso io.
sì, sono felice.
a prescindere dal resto.
indipendentemente dagli altri.
nonostante tutto.
malgrado le apparenze.
soprattutto nel rispetto della vita che mi sono disegnata addosso.
sono felice perché domani radicamenti compie un anno. si sente fresca come una rosa rosa-sfumato ed è felice che, parlando di lei, si usi il femminile. è uno spirito femmina, senz’altro. un po’ come diana, un po’ come afrodite, un po’ come artemide. perché mica è solo uno spazio o, peggio, un non-luogo. è luogo eccome e pure corpo e anche anima. è perfino un divano ampio e comodo con un tavolo etnico di fronte, due tazze piene di tè zuccherato, tante parole dette bene e un’aria fresca, contaminata da un’amorevole amicizia. come posso non essere felice del compleanno di radicamenti? dovrò anche farle un regalo con la mia di. magari basterebbe un po’ di silenzio, affinché si ascolti un po’ nel profondo e si senta appagata anche lei di essere se stessa: radicamenti.
sono felice perché ho superato brillantemente dieci agonizzanti giorni di bronchite, che sarebbe potuta essere peggio: broncopolmonite. e invece no. ho visto cose che voi mostri neanche potete immaginare. una notte mi sono svegliata mezza moribonda e ho trovato l’albero di natale acceso. che prima era spento. sì, insomma, qualcuno mi ha visto nel pieno della mia sofferenza e mi ha acceso delle lucine accanto, restandosene in silenzio e in un angolo buio… poi manco ho avuto il problema del che-mi-metto-a-capodanno, che è una questione annosa. dunque alla fine ho scelto il pigiama grigio scuro, zeppo di stelline e lunette e palline. tutte microscopiche. ah, anche le lenzuola dei peanuts, per sentirmi nel bel mezzo di una festa tra discoli e non solo a letto.
sono felice perché sono iniziate le frappe. che altro c’è da aggiungere ad una notizia fantasticherrima come questa? niente, parla da sé. frappe tutti i giorni e a volontà, frappe che che-te-lo-dico-a-fare quanto sono buone, frappe che ti regalano una manciata di sorrisi e brufoli adolescenziali, frappe che ti passa tutto compresa la sindrome dell’inizio settimana, frappe che il fegato si rassegnerà finché arriverà martedì grasso. lui se ne feliciterà e io manco un po’. evviva le frappe e chi le cucina!
sono felice perché penso alla neve e alle montagne e mi si apre il cuore. voglio dire, è importante avere una cosa nel cassetto che lo apri, la guardi e ridi come una pazza. sono felice anche se non le vedo e ce l’ho lontane, perché tanto ce l’ho nel cuore. quindi il resto non conta, no? me le sogno, le guardo, le penso e dico che è una fortuna avere delle montagne che stanno lì che m’aspettano.
sono felice perché già so che, se avrò tempo, disobbedirò all’intento di regalare un po’ di silenzio a radicamenti. perché parlo troppo e lo so. e se domani avrò tempo, le scriverò anche: "auguri", "ciao sono radicamenti e oggi è il mio compleanno!", "ringrazio bi e di per avermi dato alla luce il quindici gennaio del duemiladodici che era una domenica piovosa e grigerrima" e cose smielate così. perché disobbedire a se stessi è una cosa che fa bene, per sentirsi vivi e fieri di non essere automatici.
perché l’oroscopo dice che l’anno per i gemelli sarà bello e ho appena mangiato un bacio perugina con uno di quei foglietti dentro che tutte le volte dico: che palle le citazioni scontate dei baci perugina! e puntualmente me le leggo e pure prima di succhiarmi il cioccolato che avvolge la nocciola del bacio. sul foglietto di oggi c’è scritto: “la fortuna è già dalla tua parte”. che sommato all’oroscopo che dice che l’anno per i gemelli sarà bello fa che sono felice.
perché dopo vent’anni abbiamo di nuovo attaccato sull’albero di natale un babbo natale che ho disegnato a scuola, invece di prendere appunti. una di quelle volte in cui non avevo voglia di fare niente, che niente non è mai ma è voglia-di-fare-una-cosa-che-mi-piace e che non è prendere appunti. e quindi ho disegnato questo babbetto sorridente e con le gote gonfie. poi l’ho attaccato sopra un cartoncino e se ne sta beato tra le palle a fare quello che ha più esperienza, perché appunto ha vent’anni.  
perché c’è sempre un perché per essere felice. e se non c’è, ci penso bene e lo trovo. e se non lo trovo io, mi trova lui, che ci vede meglio di me che ogni tanto faccio la gnorri.
perché sì, invece che perché no.
 
bi
 
 


[creazione "never ending stories" di anry, tratta da pop surrealist]

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