venerdì 9 novembre 2012

una sera a mezzanotte, un biliardino e sette piccole donne.

è la sera della pizza delle amiche del liceo.
quelle che a trentotto anni ancora si mescolano e condividono, come ne avessero ancora diciassette.
la scaletta e i copioni sono simili da sempre, quell’affine che ci dà certezze e che ci fa accarezzare i ricordi celeste chiaro della spensieratezza e le novità celeste scuro dell’essere cresciute.
più o meno insieme.
è un insieme grosso come un’enorme nuvola bianca, che lascia scoperto il sole, comunque.
è un insieme che non è per forza giorno per giorno, ma una strada lunga in cui ogni tanto c’è una piazzetta.
ecco, noi ci ritroviamo in piazzetta.
ci sediamo.
l. sceglie come sempre il suo posto in mezzo a tutte, dove tutte la possiamo avvolgere, coccolare, contornare con i nostri racconti e col calore dei nostri corpi amici.
g. vicino a l., così ogni tanto la può rimproverare da brava maestrina, proprio come quando al liceo si punzecchiavano.
perché anche quello è mischiarsi un po', senza che nessuna s’arrabbi per oltre tre minuti.
sono come madre e figlia, eppure altrove sono due madri e sanno farlo pure bene.
poi m. si siede accanto a g., esattamente come quando stavano al banco insieme e tornavano a casa insieme e s’innamoravano insieme e dormivano insieme e andavano in vacanza insieme e piangevano insieme e studiavano insieme e correvano insieme.
così.
a destra di m. c’è bi, di fronte a g. e a l.
ah, bi sarei io.
col mio fare protettivo, me le guardo teneramente, pronta a passare il mio compito di matematica e la versione di latino, senza manco finirli e pure ancora scritti in brutta, con delle cancellature come nubi d'inchiostro azzurro.
poi c’è s., che con i suoi capelli dorati e ricci mi arrotola su di lei e mi fa stare protetta.
e poi l’altra b. e di fronte s.
parlano di figli, di quanto siano orgogliose, stanche, assorbite, dedite, perdutamente ed infinitamente innamorate, che io faccio sempre una fatica grandiosa a seguirle e le guardo un po' così.
perché loro sono precisissime e parlano proprio di cacche supersoniche, pannolini che ormai sono praticamente delle robe digitali, mense dell’asilo che lasciamo perdere, genitori alle recite che si spingono e coprono la visuale agli altri, vacanze coi secchielli e le palette, lavatrici e asciugatrici che rivoltano minuscoli vestiti colorati, vaccini contro tutto e febbri da cavallo imbizzarrito…
insomma, che dico io che figli ancora non ne ho?
al mio solito io invento.
intanto la cameriera si è rassegnata: ci mettiamo una mezz’ora buona a decidere se prendere il dolce, chi lo prende, come lo prende, perché lo prende, dove e come lo prende e va be’.
paghiamo: sono settantanove euro.
ed ecco che, come tutte le volte, ci guardiamo piene di risate contenute e ci chiediamo tutte in coro:
- quant’è per unooo?
(sì, con tre "o").
e la risposta nel copione è già assegnata a g., che pronta e coi riflettori della ribalta davanti a sé, esclama soddisfatta:
- se fossimo state settantanove, sarebbe stato un euro per uno!
e giù che sbottiamo in una potente e fragorosa risata collettiva, che coinvolge tutti, pure quelli che sono seduti giù in fondo e il padrone della pizzeria che pensa che tanto normali mi sa che non siamo.
usciamo e inciampiamo in un biliardino.
l’aria ci punge i visi stanchi, è mezzanotte e, seppur contente, siamo tutte un po' sfumate.
- dai, facciamo una partita!
chiaramente io non so giocare: mi limito a sbraitare un po’, accecata dal sonno, e a scattare loro una delle mille foto ricordo dei nostri ricordi, che ci sembrano ormai quasi millenari.
giocano concentrate, fanno tanti goal e le palline rompono il silenzio della sera avviata.
siamo tutte ancora lì, avvolte da una lieve foschia.
quella del tempo, il tempo che non scorre da un pezzo.
sette piccole donne fanno molto caos e alzano la voce come niente fosse.
ma si mescolano con le stagioni e restano adolescenti per sempre.

bi




[raccolta di immagini di tamara de lempicka]

2 commenti:

  1. non sarei mai voluta crescere con amiche diverse da quelle che ho!
    E poi sai cosa ti dico?
    Siamo proprio belle, ma belle veramente e col tempo miglioriamo pure.
    Il tuo ritratto della serata perfetto e molto tenero....grazie!!

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  2. il ritratto della serata non eguaglierà mai in bellezza la serata vissuta con voi :)
    v'abbraccio, tutte insieme...

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