mercoledì 18 aprile 2012

marmellata, che passione!

mi chiedo da sempre come si faccia la marmellata in casa.
per me è una di quelle magie alchemiche sconosciute, perché in effetti non è solo un cucinare la marmellata e via, ma è un vero e proprio processo di trasformazione interiore, che trasfigura la frutta e la sublima in quel nettare divino color viola scuro (viola perché non mi piacciono le marmellate chiare tipo smielate).  
nutro una profonda ammirazione per chi prende e se ne va in giro per la campagna, va a scegliersi e cogliersi le more più belle e tonde e grosse (cioè, questo lo potrei fare anch'io), con in braccio uno di quei cestini in vimini di forma circolare con il manico intrecciato e una tovaglietta a quadri rossi e bianchi come base, indossa un vestitino floreale e leggero, comode scarpe in tela chiare e un cappellino in paglia per ripararsi un po' dal sole (perché in effetti il momento per cogliere le more è l'estate), coglie nel tragitto dei timidi fiori dal prato e se li porta diritti alle narici per ingoiarne quell'odore di terra e di dolce, chiudendo gli occhi e riaprendoli, godendosi nel contempo uno di quei rari panorami pieni di natura e alberi e animali e colline e tutto questo, insomma.
poi se ne torna a casa con il cestino pieno (se la stagione è stata prospera), le lava e si prepara spiritualmente al lungo e magico rito di trasmutazione...
è qui che non so proprio che scrivervi. oddio, potrei improvvisare e buttarvi qui e là qualche strafalcione e dirvi che prende il pentolino e bla bla bla, ma proprio non so mentire e metto a nudo la mia totale ignoranza e comunque ribadisco il fascino che tutto questo non sapere come si fa la marmellata desti in me.
io, che barbara sono di nome e di fatto direi, la faccio molto più semplice e spartana, sì, e faccio ricorso alle immagini che mi girano per la testa come meteoriti impazzite.
sì, mi viene in mente proprio un bel quadretto familiare, di quelli però un po' alternativi e poco stereotipizzati, che non trovi nelle pubblicità del mulino bianco, dove fanno colazione tutti sorridenti carucci e pettinati tutte le sante mattine alle sette e c'è pure sempre il sole, o quelle della nutella, che è meglio che non ci pensi ché sono passate le quattro ed è ora della merenda (che io faccio ancora, voi no?).
dunque, c'è lei: madre. bella bionda alta sorridente con addosso una t-shirt equestre.
guarda amorevolmente con un senso di protezione ed appartenenza le sue due figlie in preda alla gioia più sfrenata del mondo per il fatto che si stia preparando la marmellata fatta in casa, rispettando le migliori tradizioni contadine con le casette in canadà e il pratino verde tagliato perfetto.
tutte riunite attorno al tavolo della ridente cucina bianca, con pavimento bianco in legno, frutta sparsa e arnesi del mestiere in bella vista sul tavolo di legno chiaro con gambe antichizzate.
ed ecco l'occorrente per come io intendo il compiersi del rito magico della creazione della marmellata scura!
è sufficiente scoperchiare il cranio all'uomo di casa e raccogliere in un'apposita ciotola di ikea trasparente e tonda il nettare rosso bordeaux o viola scuro o comunque quello equivalente alla marmellata di more di bosco o frutti di bosco o ciliegie.
le fragole no, ecco. quelle non mi piacciono molto.   
marmellata, che passione...

bi




[barbie assassine by mariel clayton]

Nessun commento:

Posta un commento