era adagiato sulla sua poltrona in pelle marrone, piuttosto squadrata come lui, il cuscino dietro la schiena, le braccia allungate sui larghi braccioli, lo sguardo emozionato ed il sorriso aperto.
- questo è per te.
se lo aspettava, lui è molto amante delle tradizioni e non dice quanto adori ricevere regali soltanto affinché non si spendano soldi per lui.
non si alzò, rimase seduto e sempre sorridente, con quel velo di imbarazzo come a dire:
- è bello che tu abbia pensato a me, lo aspettavo tanto questo momento e me lo voglio gustare come fosse una piccola magia.
eppure disse solo che non ce n'era bisogno, come sempre.
girò su stesso il piccolo pacchetto, facendolo roteare in modo leggero, come se volesse sentirne il suono. nessun suono ne uscì.
lui ha un udito delicato e pieno di musica, quella che suonava con il suo meraviglioso violino nel salone di casa. voleva prima ascoltarlo, quel regalo tutto suo.
lo scartò come fosse qualcosa di fragile e insicuro, qualcosa pronto a sgretolarsi sotto le sue forti dita alla prima mossa rigida, continuando a sorridere e farfugliando qualcosa che sottolineasse ancora quanto non ce ne fosse bisogno.
mentre il bisogno c'era, eccome.
il bisogno di sentirsi parte di qualcuno, della sua esistenza, dei suoi affetti più intimi, del suo passato, del suo tempo presente e del suo futuro quanto più possibile, del suo spazio e dei suoi luoghi, come con nessun altro può accadere.
il bisogno di toccare coi sensi quel pensiero fatto per lui, con la brama di toccarne l'estensione fisica.
ne aprì il contenuto e sorrise di più: era un portachiavi.
bello o no, non era questo il punto, per lui. era bello, bellissimo a prescindere.
ho scelto un portachiavi per lui, per tanti perché.
perché ne aveva uno con solo un moschettone in metallo, piuttosto bruttino, ecco. perché ha sempre tante chiavi da portare con sé. e perché a me ha regalato molte chiavi, in vita mia. chiavi con le quali ho potuto aprire porte di gioia, dolore, serenità, afflizione, evoluzione, sofferenza, certezza, crescita, amore, innamoramento, consapevolezza, buio, ma luce di più.
- è bellissimo, ma è troppo... non avresti dovuto, lo sai che...
- l'importante è che ti piaccia, perché a me piace tantissimo. ora magari puoi buttare quel moschettone...
si alzò e mi guardò a entrarmi dentro con quei suoi bellissimi occhi verde smeraldo scuro un po' inumiditi, sibilando parole interrotte da una forte emozione, i nostri sensi uniti in un abbraccio di luce e di un amore che sa di unicità.
- spero solo di essere stato un buon padre per voi.
- moltissimo, più di quanto tu creda.
ci abbracciammo. forte. forte.
bi
[antonio vivaldi, estate da "le quattro stagioni"]
Nessun commento:
Posta un commento