martedì 26 giugno 2012

a manuela, lei sa perché

a manuela, lei sa perché.

-nooo, io questo compito non lo copio, perché non lo capisco!
-copia, cazzo! che poi te lo spiego a casa oggi!

andava così tutte le volte, perché lei è da sempre questa: integra, impostata con la testa alta ed il mento verso il cielo, il collo come un cigno elegante e fragile, braccia lunghe come ali pronte a spiccare il volo.

-hai copiato tutto?
-no, l’affare dell’iperbole no.

copiare il compito di matematica, nonostante tutto, le sembrava come rubare, mentre io glielo regalavo.
e a chi importava il fatto che ci stessimo prendendo gioco del professore e della sua istituzione?
quello tutte le volte diceva a lei e a g.:

-n. e p., voi due non vi divido, tanto in due non ne fate una che capisce.

e uno così se lo meritava di essere raggirato. per un sei questo sì, altroché.
a giugno tutte eravamo già nere di sole e bagni al mare e spiaggia fino alle otto di sera, lei invece restava chiara e diafana, per prepararsi al saggio di danza classica di fine anno.

-ma non puoi venire un po’, tipo che ti metti sotto l’ombrellone?
-ma che sei matta? a. ci vuole tutte bianche!

e non veniva mai, ligia e retta al suo dovere di cigno bianco, in mezzo a tanti pulcinetti che le svolazzavano attorno.
e la sera del saggio era sempre bellissima e mi faceva piangere per quanto fosse bella.
una volta aveva un vestito rosso, tutto lungo e largo e con delle fascette di pizzo nero, perché doveva ballare il can can.
da lontano vedevo le sue agili gambe muscolose e nevrili alzarsi per l’aria fiere e piene d’energia e lei era bella con quel viso candido e quel vestito rosso fuoco.
è del leone, manuela, come il mio ascendente.
io ascendo a lei.
io me la accarezzo, mi prendo un po’ cura di lei, le scrivo dei messaggi d’amore, le regalo libri che seguono il percorso di vita che sta calpestando, con dediche e cuori sopra.
lei c’è. e basta.
io alzo il telefono e lei con un sorprendente balzo da ballerina compare.
lei archivia tutto.
apro la sua borsa e ci trovo mille matrioske con tutti i suoi oggetti ordinati per argomento, come solo una donnina così perfetta saprebbe fare.
la sua stanza era come lei: danzava e stava composta, tutt’e due insieme.
e la sua casa di oggi altrettanto, tutto ben posizionato e pronto ad accoglierti e farti mettere comodo sul divano etnico e spazioso per poterci entrare in tanti. 
quando sto con lei non mi cadono neanche le cose dalle mani e per magia non combino i danni miei.
un giorno eravamo immerse nei racconti solo nostri e a un certo punto le dico che puzzava: l’aria puzzava di bruciato.
e siamo schizzate in cucina e io ho spalancato il mobile del cestino con l’immondizia.
un fumo grigio e sinistro ci avvolse: una sigaretta spenta male ci stava incendiando e aveva già disciolto il secchio di plastica!

-giuro che non svuoterò mai più il posacenere appena finito di fumare!

neanche quello poteva starsene tranquillo in disordine.
pure quello sistemava subito, rischiando di bruciarci vive.
giochiamo a carte, andiamo al mare, ci facciamo le nostre cene solo nostre, le faccio bere il vino e lei mi fa fumare, piangiamo, ridiamo e ci amiamo.
e dobbiamo fare ancora un elenco molto fitto di vita.
lei non balla più, ma io la vedo ballare tutti i giorni.

bi






[le ballerine di degas]

2 commenti:

  1. GRAZIE.
    Credimi,mi hai fatto battere il cuore.
    Ti leggo e piango e rido.
    Un cuore che in questo ultimo anno troppe volte si è fermato x un attimo e poi ha ricominciato a battere come x magia...
    Oggi tu lo hai fatto battere di bene,infinito e incondizionato, che è quello che mi lega a te da sempre e senza lui,il bene,non potrei vivere e superare i tanti ostacoli che mi hanno e mi stanno torturando la mente e il corpo....
    Ti leggo e piango, ma soprattutto rido....
    Ti rendi conto? OGGI MI HAI FATTO RIDERE.
    GRAZIE.

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