venerdì 13 luglio 2012

l'estate non è una stagione, ma uno stato d'animo.

- l'estate non è una stagione, ma uno stato d'animo.
- e chi lo dice?
- l’ho letto, mi è piaciuto.
- e cosa ci trovi di bello? il fatto che ci sia la parola estate? è una frase di un film idiota, di un regista idiota ed interpretato da idioti.
- è un concetto che vedo scorrere, che si muove...
- a me fa venire una dannata malinconia.
- eppure c’è speranza.
- a pensare che duri tre mesi? tu desideri che uno stato d’animo ti duri tre mesi? soltanto tre avarissimi mesi? oppure addirittura tre interminabili mesi?
- penso che ci sia speranza nel fatto che, se dico estate, l’umore si vesta estivo e giallo, mi scaldi le ossa, come quando finiva la scuola e me ne andavo da mia nonna.
- una volta, ma ora non è più così.
- infatti, lei non c’è più.
- e comunque non puoi e basta.
- il mio animo ha sacrosanti diritti e ci va. il mio corpo ha integerrimi doveri e resta.
- ti accontenti di poco, tu.
- poco per chi? per me è moltissimo.
- non sei più una bambina, questa è la verità.
- verità… e che te ne fai di questa verità? io preferisco nutrire la mia parte bambina e farla partire tutti gli anni il primo fine settimana dopo che giugno abbia passato la metà. e lei ci va, prende e parte. tu non la fai partire?
- chi?
- la parte bambina che sopravvive ancora in te.
- non ho tempo per queste stupidaggini: la realtà è che sto aspettando agosto per non lavorare e basta. il resto sono storie.
- bellissime le storie…
- sì, intanto ci tocca lavorare e con il caldo che ci distrugge.
- le storie ci concedono un’alternativa e ci donano una speranza. la speranza che al lavoro non ci pensi e che il caldo ti dia energia, anziché togliertene.
- ti diverti a darmi contro?
- contro? io non sono contro nessuno, semmai sono contro alcune cose di me.
- no, tu mi contraddici.
- l’estate non è solo una stagione.
- non è neanche uno stato d’animo. è estate e basta. e fa un fottuto caldo che non sopporto più!
- l’inverno non è solo una stagione.
- lo è, invece.
- è buio, è freddo, non dà speranza. come la tristezza, che è sì utile, quando termina. falla finire.

e accarezzò quella parte di sé, la abbracciò, la perdonò, si arrese al fatto che fosse così.
e la nutrì di luce.

bi, "dialoghi tra me e me"



[l'abruzzo e il giallo dell'estate]

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