giovedì 26 luglio 2012

staring at the sun



amanti del freddo e dell’inverno, eroi romantici heathcliffiani delle brughiere, montanari dai mille metri in su, gente non di mare né mari & monti - tipo cozze e porcini insieme, imprecatori del sudore e del vento che non alita, nostalgici di febbraio che invece è luglio passato, gente che spera nella pioggia e danza affinché ella si manifesti e faccia festa, insomma oh voi tutti riuniti e sofferenti, rassegnatevi: sole è tornato più splendente che mai, ci fissa beffardo dall’alto dei cieli e ride ironico e più luminoso che mai dei puntini che vede, ovvero noi.
non che io sia nostalgica di febbraio, percarità: ho sofferto le pene dell’inferno senza fuoco, ma con le stalattiti che mi trafiggevano spietate cuore e membra.
però un po’ di vento fresco d’estate e serate più blu che rosse roventi e temporali estivi da sbrigati leva le tende che se no decolla tutto il palazzo… be’, ero una che ci sperava come voi.
e aveva pregato affinché le alluvioni del nord e le piogge ridicole del centro-sud avessero potuto trovare un giusto compromesso, mettendosi d’accordo come due amanti al primo anno di conoscenza, che si mettono a tavolino ben bene apparecchiati per soddisfare i rispettivi desideri, senza urla e combattimenti di galli furibondi da arieti incazzosi e capricorni testardi.
arrendiamoci.
accettiamo tutti il fatto che d’inverno dimentichiamo la siccità, la pressione bassa (quella a meno di sessanta, dico), i trentacinque gradi, le magliette sudate nella schiena, le ascelle piangenti come salici che scendono, i peli che crescono più velocemente, le notti insonni che cercano posizioni che non troveranno mai, ombrelloni ululanti di bambini che gridano e ti tirano sabbie mobili che non stanno immobili, lettini in spiaggia che sono finiti ché è già l’una e all’una il sole fa male, arie condizionate che si rompono incondizionatamente, pelli scottate perché la protezione solare delle creme scade ogni anno come la mozzarella di bufala in frigo dopo tre giorni, infradito che sfiorano spigoli che i mignoli prendono e strilli parolacce a tutt’andata, lavori che non ti va di lavorare perché a giugno luglio e agosto è pura cattiveria della vita anzi della società che siamo proprio noi, bibite ghiacciate che bevi godendo e ti prende un attacco secco di dissenteria fulminante, Zanzare come Tigri di Mompracen pure con la maiuscola, traghetti che costano come voli verso marte, marte che transita e innervosisce i terrestri ma non i marziani…
insomma: arrendiamoci.
accettiamo tutti il fatto che d’estate dimentichiamo il buio della tristezza che ci attanaglia da novembre in poi (ci sarà un perché novembre è il mese dei morti e non dei vivi, o no? oltre al mercato dei fiori e dei crisantemi che ha il suo picco proprio a novembre), le piogge che durano giorni e giorni sì che la terra pure si sveglia la mattina e si dispera perché annega e si fracicano frutti e fiori e cortecce di tutto il mondo che è paese, il vento che spazza via le speranze e le porta verso l’equatore e chi s'è visto s'è visto, i gradi sotto zero che già zero basterebbe che non è né carne né pesce né vegetale, la neve che blocca le porte e rinchiude le vecchiette in paese che manco il pane né il latte riescono ad andare a comprare, sorrisi che sono emigrati con gli stormi e che torneranno soltanto con le rondini che fanno primavera perché sono le uniche che conoscono la strada del ritorno e nessun altro, stivali che ti soffocano gli arti - braccia comprese, cappotti che ti appesantiscono le ali e non voli più e fanno molto serial killer, strade deserte ai confini della realtà…
insomma: arrendiamoci!
sole ci saluta tutti magno cum gaudio, c’illumina d’immenso, ci scalda le ossa che imprecheranno meno d’inverno, ci dona energia e voglia di vita, fa germogliare e secca il seccabile, che lui solo sa che non fa male a nessuno.
non crucciamoci, facciamoci anche due docce al giorno (con prodotti dolci e naturali), usciamo fino a tardi così non pensiamo al caldo, dormiamo sulla sdraio del nonno in balcone, seduciamo l’umidità e facciamocela migliore amica o quasi, mettiamo il nostro vestito più bell'e fresco, inebriamoci di un buon profumo floreale molto ice e grigetto che fa più fragranza fresca, inforchiamo occhiali scuri e belli e grossi e via: fissiamo il sole!
ah, e non dimentichiamo di sceglierci una bella traccia sonora, che tracci le note nel nostro io più profondo, che sente meno caldo e quindi e più lucido dell’ego superficiale e capriccioso.
and let’s staring at the sun.

bi

ps: sono nata a giugno e nessuno lo può annegar, nemmeno io a me medesima e stessa.
che poi, se manco le piante si lamentano, noi che ci lamentiamo a fa’?      

[la foto mostra l'oro dell'estate: il grano]



5 commenti:

  1. Me sa che non ce la faccio se continua così, B! Cazzo, maledetta callazza cafona!! :D

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  2. Evviva il caldo, l'afa, i 40 gradi, in giro nudi, i bagni all'aria aperta di giorno e sotto le stelle, i capelli asciugati dal sole, il mare dalle 12 alle 16 (con libro rogorosamente incorporato al lettino), senza trucco solo un filo di crema, le vacanze dall' 11 al 18 agosto, l'aria condizionata a palla tutta la notte accesa, i colori accesi degli smalti, le scarpe aperte.
    Ma soprattutto evviva la luce!!!
    La luce è vita, il buio è la morte.

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    1. e tu bella mia preparati per mercoledì...
      lovelovelove

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