è novembre, vedete?
non può che essere novembre.
un manto invisibile e grigio ci avvolge e ci appesantisce le ali, mentre una pioggia debole e sempiterna prova a pulire tracce di disumanità.
è che il sangue non si lava solo con l'acqua.
la memoria nemmeno.
non è stato solo un fine settimana, è stata proprio una fine.
la fine di un'estate che si era affacciata timida, la fine di una vita interrotta troppo presto, la fine della spensieratezza di un popolo, la fine della luna in toro, la fine della terra che sembra ferma e invece gira e si sposta e si incazza pure, la fine di giorni di luce e di sole, la fine di un'altra fine.
è tornato un autunno dei sensi.
almeno per chi lo riconosce.
e per chi ha letto anche solo una volta "le dieci regole per il controllo sociale" di quel genio illuminato di noam chomsky.
e se io non ho mai sopportato chi ignora, oggi ancora meno.
una prorompente rabbia e un impercettibile immobilismo mi lasciano attonita e in attesa, mentre per voi non riesco a scegliere parole differenti da queste.
è palese che il terrore voglia impossessarsi di noi individui, di noi cittadini, di noi carni e corpi.
mentre una lucida e vera verità vorrebbe arderci nel cuore e accenderci l'anima e spalancare gl'occhi.
e allora forse è da qui che possiamo dare inizio a ciò che esiste dopo una fine.
non cediamo al terrore di chi con la tensione vuole controllarci e immobilizzarci e renderci ciechi e sordi e scegliere per conto nostro il nemico da temere e altre merdate simili.
questa attenta strategia serve ad alcuni e ci uccide dentro.
perché mai come oggi vedo chiara e netta quella linea di confine e di esclusione tra un "noi" e un "mondo fuori".
e io il mondo fuori voglio tenerlo molto fuori.
è il ventuno di maggio e l'universo ci sta parlando.
ci dice che questa notte all'una e quarantotto la luna sia entrata nella costellazione dei gemelli e il sole pure.
e si è accesa un'aria nuova, quel folletto alato di mercurio ha iniziato a librarsi e ci porta astratti messaggi, ha inizio un tempo di leggerezza e mutamento, di un ultimo pezzo di primavera, della stagione dei petali e delle farfalle e dei pollini, è tempo di doppiezza, allegria, ironia, infinite forme di comunicazione, concilizione tra testa e cuore, si apre il ciclo della luna delle fragole, quella dei cavalli e del sole, tutto è un invito a muoverci, ad ampliare le conoscenze, allargare i punti di vista, viaggiare dentro e fuori.
tutto vuole essere un tempo nuovo.
tutto vuole che guardiamo il mondo con gli occhi incantati e la spensieratezza di un bambino.
perché quest'ultimo prima o poi ci chiederà spiegazioni.
perché anche quando ti mancano le parole, come a me oggi e me ne scuso, una possibilità altra puoi sempre trovarla.
basta non chiudere gli occhi.
ma ve lo chiedo per favore in ginocchio: non dimenticate neanche per un attimo gli avvenimenti di queste ore appena trascorse. il male sta cercando dei complici.
bi
"allora oz disse: è stato facile
dare un cervello allo spaventapasseri,
un cuore all'uomo di latta
e coraggio al leone codardo,
perché quello che credevano di non avere
in realtà era già dentro di loro,
io li ho solo aiutati a capirlo."
da "il mago di oz" di l. frank baum
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