lunedì 28 maggio 2012

sette regole d'oro per affrontare gli esami (come i sette nani e i sette re di roma e i sette colli)





già cominciamo male, perché il termine regola è coercitivo.
e poi pensiamo seriamente che l'unica regola per affrontare gli esami sia quella di studiare?
no, perché invece dicono che così non sia, e allora io non ho capito niente della vita e degli approcci olistici e multidisciplinari, perché infatti qui parlano di ben sette regole in un articolo di un'importantissima testata giornalistica, che è senz'altro seria e non come me (ma che tuttavia non cito, perché me ne frego), sette regole come i sette nani e i sette re di roma e i sette colli.
allora, dicono lì, se abbiamo un periodo intensissimo di lavoro, oppure dobbiamo fare gli esami all'università, oppure i nostri figli devono sostenere gli esami di terza media, oppure quelli di maturità, bene: tutto questo panegirico è per noi.
basta seguire sette belle regolette per affrontare al meglio uno dei momenti più antipatici e ansiogeni della vita: l'essere esaminati.
il bello è che questi citano il cibo e il mangiare, pensa te, quindi per me se ne può pure parlare.
ma! (c'è sempre un ma quando le cose sembrano facili facili) le sette regole d'oro le ha scritte una nutrizionista.
e questa cosa già mi puzza, perché temo che questa non mi lasci né la carbonara, né il salame, né la nutella sopra la coppa gelato fai-da-te per il dopo cena per fatti miei.
che io proprio non posso, soprattutto durante il periodo buio e anti-sociale dello studio.
occhei, vi lascio l'elenco delle regole e non ci pensiamo più.
ovvero, pensiamo se ci possono essere congeniali o meno.
anche se a me prudono le mani, come sempre, e con la mia anti-obiettività, che almeno non è finta obiettività, vi dico queste cose qua:

regola numero uno: non saltare i pasti
mo va bene che una magari abbia poco tempo, magari debba pure lavorare, poi magari debba tornare a casa trafelata e sudata e lucida in faccia, magari debba aprire un tomo da cinque-seicento pagine (ma pure duecento, mica è topolino), fare che lo legga e capisca pure, e ti pare che neanche mangi?
perché, dai, mica una ha ammazzato qualcuno.
mi sembra un consiglio ridondante, che se ridonda una mangia pure due volte anziché una sola.
quindi come minimo una mangia una volta.
e guai a non mangiare che sono sette anni di disgrazia o al massimo un diciotto all'esame e sono cavoli con la media.

regola numero due: fare pasti leggeri
ecco, già a questa mi viene un dubbio: una ha davvero ammazzato qualcuno?
come mai leggero? come mai una non può tenere in mano un tomo da cinque-seicento pagine e pure un panino col salame da otto chili o un piatto di bucatini rosso sangue con pancetta affumicata in un coccio d'epoca?
mi sembra a dir poco pregiudiziale, cioè prima verifica se una ce la fa e poi, semmai, parli.

regola numero tre: fare degli spuntini
è il diminutivo che stona e non mi convince affatto, anche se chiaramente è tutto molto relativo e quindi pure l'-ino lo è.
-ini secondo chi?
perché secondo me -ino è sempre più grande di -uccio e pure di -etto, quindi anche due di etti dovrebbero andar bene senza sgarrare. e via.

regola numero quattro: mangiare i legumi
"poveri di grassi e ricchi di carboidrati buoni"...
ma io qui passo proprio e ciao.
(che infatti non sono mai stata una figlia prediletta in questo e lo sanno tutti).

regola numero cinque: fare il pieno di antiossidanti
e qui va bene, perché se vai a sostenere un esame che c'hai pure le rughe accentuate e le occhiaie nero pece allora hai perso, visto che la società ti vuole bellaebrava, possibilmente tutt'attaccato e che ragioni quando serve e parli quando richiesto.
non è che fai tenerezza perché sembri sul serio stanca e quindi ciò è indice di notti insonni sopra i libri.
ti devi riempire di frutta per forza, se no non sei nessuno, che saresti la felicità di una madre e la figlia sua prediletta e poi comunque devi dirlo in giro che mangi tanta frutta, che fa moda, tipo:
- sai, ho pranzato con un frullato di banane, pere e mele, su un letto di papaya e carpaccio di mango e kiwi.
e sto.

regola numero sei: bere
è che secondo loro tutti noi messi insieme aspettiamo di studiare o di essere epilettici dallo stress per bere.
ci vogliono così, capito?
così poi ci possono dire che bere fa bene, che non lo sapevamo mica noi.
bevete, gente, bevete che è la cosa che costa di meno pure in tempo di crisi nera come adesso, tipo io che infatti ho ripreso a bere l'acqua del rubinetto e sfido quotidianamente i calcoli e ho diminuito i rifiuti in plastica.
e comunque ancora sono viva e senza calcoli, se non quelli per arrivare a fine mese.

regola numero sette: staccare
siamo all'epilogo e scatta il concetto filosofico.
cioè quando mangiamo tutte le cose di cui sopra, non dobbiamo farlo leggendo o studiando o facendo altro: tutto il nostro io, anche quello più profondo e nascosto e dormiente, deve essere concentrato sull'attività del nutrirsi e basta, per cui tutto ciò va fatto staccando la vita col mondo intero. capito?
tipo scollamento o sradicamento.
poi dicono pure di farsi una passeggiata, una pedalata, una telefonata, una seduta in bagno, una litigata, un po' di yoga... e altre cose così e così sia.

detto questo, io mi auguro davvero tanto che vi siano utili queste sette robe qui, come i sette nani e i sette re di roma e i sette colli, che ne dimentichi sempre due o tre e non arrivi mai alla fine, che tutto sommato mi pare che siano pure abbastanza facili per i più, anche se a me viene un po' l'orticaria da mancanza se penso alle robe leggere, agli -ini, alla frutta, ai legumi e pure alle pedalate...
berrò, amici miei, berrò.
della magnifica e limpidissima acqua del rubinetto.

bi

[immagine tratta da " hub09 social design]

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