lunedì 14 maggio 2012

il tempo delle mele 2 e quei ritorni che fanno bene perché hanno un sacco di vitamine della gioventù e della spensieratezza




ancora lei: sempre bella e con la pelle di pesca chiara e luminosa, capelli come fili di seta nera lavata e preziosa, frangia che cade dolce appena sopra lo sguardo tenero ed indifeso, disperata q.b. (quanto basta) e alla ricerca di lui.
ti credo, lui è pierre cosso! -o cossò?- mica quel brufoloso del tempo delle mele numero uno pure con gli occhi un po' da pesce lesso che come prima esperienza magari va pure bene.
quindi questa volta vale troppo la pena di sbracciarsi e sgambarsi e sudare sette camicie e pure di più, se è per questo, per andarselo a recuperare!
e siccome è umana pure lei, per correre a quei livelli suda, eccome, e le si lucida anche la pelle di pesca e pare meno fresca di prima e pure la frangetta le si spettina e si sbraccia per lui. lui, che se ne sta per andare via. via.
insomma, comunque è sempre la stessa pappa al pomodoro: lei corre dietro a lui, lei lotta e se lo va a ripescare (magari pure a casa di un'altra, ma va bene, questa sarebbe un'altra storiaccia horror da che schifo e quanto sangue per carità!), lei proprio lei solo lei sa come si fa e quando e dove. e allora prende e corre alla stazione, dove lui ha deciso per la sua di lui dipartita e se ne va via. via.
sì, scappa, diamo un nome vero alle cose! e anche qui il cliché del maschietto (-etto, sì) è rispettato.
ma badate bene: non sto qui a fare la femminista più o meno femminile o post-femminista del terzo millennio o donna che ghettizza e sminuisce la figura dell'uomo: dico un'altra cosa proprio.
dico che (forse) non sia un fatto di genere come vanno questo genere di cose, ma semmai di sensibilità in un modo o nell'altro. laddove in un modo è femminile e nell'altro è maschile.
dico che (sicuramente) in ciascuno di noi ci sia quel fluido rosa che sostanzia la personale parte/sfera/lato/metà femminile, una roba liquida e magica e rosa chiaro, appunto. e poi anche un altro fluido celeste, che fa parte/sfera/lato/metà maschile. in ognuno, non importa il sesso il genere le preferenze e cose di questo tipo. chiaro?
dico che (forse) siano anche questi colori, rosa e celeste, a stimolare ed influenzare decisioni e comportamenti.
quindi, ipoteticamente, esistono anche uomini un po' rosa che si illuminano ed escono sbattendo la porta di casa, per andarsi a riprendere la donna-della-vita, che sta per prendere il suo treno e chi s'è visto s'è visto, o al massimo sentito.
comunque al tempo delle mele numero due è lei, la bellissima sophie marceau, quella che ballava con il brufoloso al numero uno con le cuffie infilate nelle orecchie, che fa tutte queste cose qui innamoratissime e roserrime, per andarsi a riprendere lui, pierre cosso! -o cossò?- e ti credo, mica è il brufoloso, eccetera.
corre e corre come una pazza in mezzo a parigi e manco viene investita, si lancia in salita sulle scale a chiocciola che sono ancora più lunghe di quelle a elle e dritte e spalanca la porta di lui senza trovarlo, senza neanche prendere fiato, e subito scappa alla stazione e cerca il treno per stuttgart che -zac!- compare sul tabellone delle dipartite, si precipita al cospetto del treno e -dando finalmente cenni di stanchezza, ma secondo me stava già pensando "o ci stai, o ciao!"- cerca e ricerca e stracerca lui, spiando veloce tra i finestrini...
intanto lui: tutto bello e pettinato e con il suo impermeabilino da ragazzo perbene si è trovato lentamente il suo vagone, sistema tutto preciso e caruccio il suo borsone color cachi -che non è arancione, si badi bene-, si gira verso la telecamera mostrando i suoi occhi azzurri come tutti i laghi i mari e i fiumi più puliti e -tac!- la vede!
vede lei, che sta là solo per lui e scorre tutti i finestrini di quel lungo treno, perché vuole solo riportarselo via da quel posto che li sta per dividere.
la chiama. lei si gira e si blocca.
attimi che sembrano anni luce connettono le loro menti e i loro cuori rosa (sì, dai, qui il celeste proprio non ce lo vedo). e finalmente lui scende! così, al volo, senza usare il cervello (che meno male, se no ragionerebbe celeste e addio) lascia quel maledetto treno della separazione-per-sempre e si lancia saltando i gradini verso la sua-ormai-per-sempre lei! e la bacia...

sì, occhei, ma il borsone cachi???
mah, si vede che è solo un film.

bi

ps: se non ci credete e non vi sembra vero e magari vi puzza, vi sbatto davanti agli occhi il video: è tutto vero e sacrosanto e sacro e santo. giuro.

un altro ps: perché a marzo c'era un post del tempo delle mele uno, non è che me ne esco così e basta.





 [immagine tratta da hub09 social design]

2 commenti:

  1. ..e infatti il borsone? e poi l'avrà chiusa la porta quando è andata a casa sua...caspita forse sto diventando troppo celeste!

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    1. che poi è entrata senza chiave...
      i misteri si infittiscono.
      e secondo me è stato il maggiordomo.
      sono fortunata a non avere un maggiordomo, sì.
      mi aumenterebbe il celeste e addio...

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