ho incontrato ilaria il cinque giugno duemilaquattro.
io stavo per compiere trent'anni, un'età che mi metteva ansia (l'ansia vera), e lei ne aveva già trentacinque.
ilaria sembrava aver fatto pace con il mondo intero, sembrava non averli mai compiuti quei trent'anni.
ilaria è una donnina esile, slanciata, mora, dalla pelle diafana e liscia, le mani magre forti e avvolgenti, un sorriso di una dolcezza infinita, uno sguardo di amore e di pace forse mai incontrati prima.
l'incontro con lei è stato quasi un innamoramento, una specie di catarsi.
ilaria è fisioterapista, bolognese, frizzante, vivace, estroversa, forte e determinata.
ilaria è appassionata di musica e di canto, suona il flauto traverso come fosse un prolungamento delle sue lunghe braccia e della sua bocca e ha una voce celestiale come fosse un angelo.
ilaria studia, tutti i giorni, prenderà una seconda laurea in sociologia.
ilaria lavora molto, tutti i giorni, nel suo giardino e non solo.
ilaria tutte le mattine alle cinque è in piedi e la sera si corica presto perché è stanca.
ilaria l'ho abbracciata, stretta, forte, con le lacrime agli occhi, mentre ci separava soltanto un cancelletto all'altezza del nostro bacino.
ilaria è una monaca di clausura, vive da quindici anni in un monastero al centro di roma che sembra stare al centro del mondo.
io sono andata lì e ci sono rimasta tre giorni.
senza cellulare, senza contatti con il "mondo fuori", senza troppi inutili vestiti, senza pretese, senza giudizi, senza chiedere nulla.
quei giorni sono stati la mia esperienza mistica, il mio contatto con la mia fragile anima nascosta e ancora un po' sconosciuta, la mia ricerca di contatto spirituale con dio.
lì il vaticano è lontano, non se ne percepisce neanche l'esistenza.
esiste soltanto un tempo scandito da preghiere e canti, da lavoro e studio, da contemplazione e ascetismo, da vita fuori e dentro.
fino ad allora la mia idea della clausura era densa di pregiudizi populisti ed ignoranti e, come i più, credevo che fosse inutile dedicare la propria vita lontano dal mondo, un mondo che ha bisogno di aiuto "materiale" e non mistico, mi dicevo.
perché mai una monaca, invece di partire per uno dei paesi del terzo mondo e dare il proprio contributo alla povertà vera, sceglie di chiudersi rispetto al mondo stesso e di fuggire dalla sofferenza del materialismo?
ah, quante considerazioni gratuite, inutili e superficiali escono dalla nostra bocca di poveri stolti ignoranti!
quanto limitati siamo nel nostro sentire, nel nostro osservare, nel nostro pensare...
in quei giorni ho toccato con mano la potenza della meditazione, della preghiera collettiva, della celestialità delle voci votate al canto e di quelle note musicali che sembravano baciarti e donarti pace!
ilaria ha parlato a lungo con me, io e lei da sole, sedute in una stanza calda e illuminata dal sole, sorridenti, senza fretta, felici, divise da una porta che si schiudeva per metà.
c'è sempre un elemento simbolico che separa ilaria e le altre dal resto del mondo, un interstizio che indica il luogo nel quale queste grandi differenze si incontrano e parlano tra loro.
abbiamo parlato di me, di lei, della vita, del nostro incontro, dei miei progetti, dei suoi e di molto altro.
non sembrava neanche che fosse la mia prima volta con lei, sembrava che avessimo parlato in quel modo altre mille e mille volte.
in lei ho trovato una parte molto bella di me, che tuttora custodisco gelosamente.
in lei ho trovato risposta ad alcuni interrogativi, o forse ho capito quali domande pormi in quei giorni.
ci siamo salutate con un abbraccio pieno di stima e di amicizia e ci siamo ripromesse di restare in contatto.
ci siamo scritte delle bellissime lettere e ci siamo riviste molte altre volte, perché lì ci sono tornata spesso, anche solo per un'oretta.
e lei mi ha sempre accolto come se fosse lì soltanto per aspettare me.
da quel giorno non penso più che la preghiera sia inutile e che la clausura sia fuggire, perché un poco l'ho vissuta.
e mi indigno se sento qualcuno che lo dice, senza sapere di cosa e di chi parla.
presto tornerò ad abbracciare ilaria e sono certa che la troverò lì, sotto le arcate del chiostro, come se non avesse nient'altro da fare che aspettare me.
grazie ilaria, non ti dimenticherò mai.
bi
p.s.: ho parlato al passato soltanto nelle primissime righe, perché ilaria e quel luogo per me sono ancora presente.
io che amo i chiostri, le reclusioni simboliche, le preghiere silenziose...ho sognato con te, anima mia...
RispondiEliminaun GRAZIE grande così!
RispondiEliminae la promessa che ti farò conoscere ilaria...
love.