venerdì 3 febbraio 2012

legata a un granello di sabbia

è grigio, è freddo, è ancora quasi buio, è ancora febbraio.
è sofferenza fisica ed emotiva per una tipa come me, ecco.
queste temperature mi congelano il cervello, oltre a tutto il resto, e lui sfarfalla.
oggi, per esempio, ha un po' perso le coordinate del hic et nunc.
non si sa dove stia, ma è tornato spaventosamente indietro nel tempo.
mio padre, ancora lui.
Angelo, quell'angelo con il violino, e la nostra casa ovattata dalla musica classica, e non solo.
io, la piccola bi, fanciulla minuta furbetta silenziosa e tutta orecchie, lì.
(fantasmina, come dice tuttora madre luce-luciana).



dicevo... musica, ed ecco che mi è piombata in testa (da dove chi può saperlo, cioè dovrei sapero io, credo, ma non importa) una canzone ancestrale, una roba vecchissima.
no, mica vintage, vecchia proprio!
una di cui ti dovresti sentire in forte imbarazzo, se mentre la ascolti o la canticchi non sei sola.
un cantante anni sessanta, allora famoso: nico fidenco.
sì, lo so, lo ammetto: questa è una terribile autodenuncia!
abbiate pazienza, questa mattina è così.
la mia parte antica oggi prevale, si è impossessata di me ed io sono inerme.
la traccia sonora è "legata ad un granello di sabbia" e dico traccia sonora perché oggi è molto più di una canzone.
risuona dentro, mi parla, e dice pure cose dense di significati.
so pure che questi significati li vedo io che sono una vision-aria... ammetto pure questo, va bene.
comunque, beccatevi la canzone, ma non fate finta di ascoltarla o di averla ascoltata!
perché dovrebbe essere la colonna sonora che vi avvolge mentre vi immergete nella lettura delle mie eresie e dei miei vaneggiamenti da tre febbraio duemiladodici.
non solo: vi subite anche il testo, perché sembra che lui, Angelo, il mio angelo, lo abbia scelto per me.
e sembra che lo abbia fatto esattamente questa mattina.
ecco a voi, insieme alla mia stima ed il mio affetto per il fatto che vi lasciate guidare da me in questa folle mattina di febbraio.

bi.






"mi vuoi lasciare, tu vuoi fuggire
ma sola al buio tu poi mi chiamerai.
ti voglio cullare, cullare
posandoti su un'onda del mare, del mare
legandoti a un granello di sabbia
così tu nella nebbia più fuggir non potrai
e accanto a me tu resterai.
ti voglio tenere, tenere
legata con un raggio di sole, di sole
così col tuo calore la nebbia svanirà
e il tuo cuore riscaldarsi potrà
e mai più freddo sentirai.
ma tu, tu fuggirai
e nella notte ti perderai
e sola, sola
sola nel buio
mi chiamerai.
ti voglio cullare, cullare
posandoti su un onda del mare, del mare
legandoti a un granello di sabbia
così tu nella nebbia più fuggir non potrai
e accanto a me tu resterai.
ti voglio tenere, tenere
legata con un raggio di sole, di sole
così col suo calore la nebbia svanirà
e il tuo cuore riscaldarsi potrà
e mai più freddo sentirà.
ma tu, tu fuggirai
e nella notte ti perderai
e sola, sola
sola nel buio
mi chiamerai.
ti voglio cullare, cullare
posandoti su un onda del mare,del mare
legandoti a un granello di sabbia
così tu nella nebbia più fuggir non potrai
e accanto a me tu resterai,
ai iai iai iai,
ai iai iai iai iai.  


(ai ai ai ve l'ho lasciato, merita...)

2 commenti:

  1. è bello svegliarsi la mattina e trovare come dono un pò di te qui...grazie anima mia. mi hai fatto sognare, tornare indietro e poi ritornare avanti.

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  2. ne sono felice...ti ringrazio.
    questo spazio (denso di tempo) scritto a quattro mani, due teste, due anime, due cuori (con-fusi) è meraviglioso.
    grazie a te...sempre e comunque.

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