Bi e Di vi danno il benvenuto. Questo è uno spazio creato e gestito a quattro mani, venti dita, due menti, due corpi, due cuori, due anime con-fuse. Siete i benvenuti, chiunque voi siate. Togliete le scarpe, restate a piedi nudi. Qui si cammina così, purché con gentilezza.
venerdì 10 febbraio 2012
lettera da more (sì, senz'apostrofo)
a bi.
mia cara esile piccola creatura,
ti amo da quando ti ho visto per la prima volta riflessa in quello specchio tondo e bianco.
e ti ho ri-conosciuta, e ti ho sorriso, e ti ho parlato.
mamma luce ti poggiava tutti i giorni sopra la lavatrice, adagiata sul vasino dei piccoli rosso con la margherita bianca al centro (a fare che lo sai).
e tu, annoiata di non poter parlare con nessuno, ti affacciavi allo specchio e facevi le smorfiette alla tua effigie riflessa.
sì, capisco di non evocare esattamente la stessa immagine di bellezza e di mitologia di narciso, però ti assicuro che ciò è un grosso vantaggio per te!
ti osservavo sfilare leggera e silenziosa nelle vie della casa dove sei nata, in cerca sempre di uno specchio.
e mi rendevi felice, perché io in questo modo potevo ammirarti.
trascinavi il tuo grosso elefantino bianco e rosa, un po' sporco e malridotto e rotto, mentre facevi lunghi discorsi filosofici al tuo fedele bambolotto nero e riccio.
ecco, lui proprio mi suscitava una forte gelosia: avevi quasi occhi solo per lui, quel fanatico in maglietta a righe rosse gialle... e non ricordo che altro colore.
restavo d'incanto quando nel terrazzo della casa in montagna giocavi protetta dal fazzoletto sulla testa con i fiorellini e aspettavi che passassero le mucche: salivi e scendevi quelle scale ed io ti guardavo con il terrore che potessi farti del male.
nonna anna ti sgridava sempre quando, passate proprio le mucche, ti mettevi a correre e gridare che volevi andare via con loro...
eri bella quando a nove anni strillavi lungo l'ospedale perché finalmente era nata tua sorella, colei alla quale parlavi prima che nascesse la sera a letto sotto la libreria e il quadro dei cavalli.
o quando eri al mare e ti schifavi quando le onde arrivavano a toccarti i piedi...
e stringevi la mano di papà angelo, perché in realtà quello che provavi non era schifo, ma paura dell'acqua!
ma una testarda come te, allora non avrebbe mai potuto ammetterlo.
anche lì indossavi sempre quel fazzoletto colorato che ti proteggeva il capo.
avevi un modo di camminare un po' goffo ed incerto, quasi avessi fastidio a poggiare i tuoi piedi a terra.
e pare che tu lo faccia ancora oggi...
e allora sbatti i talloni, cammini a passi rapidi e allungati, come a sfoggiare due lunghe gambe muscolose che proprio non hai.
una delle tue amiche ti chiamava napoleone per questo, che poi era bassino proprio come te.
l'eleganza del riccio è la tua, uno stile un po' grezzo e poco raffinato, ma sicuro e gentile.
adoro quando ti arrabbi e mostri la ruga al centro degli occhi vivaci e luminosi, mentre arrossisci in viso per l'irritazione e pronunci frasi e vocabili impronunciabili in una lettera d'amore.
ti arrabbiavi così anche al liceo, mentre all'ora di religione si discuteva tutti insieme di temi importanti della vita: ti alzavi in piedi in preda ad una crisi di nervi per esprimere la tua opinione controcorrente.
e gridavi in modo nient'affatto educato contro gli altri...
il tuo non era andare contro le convenzioni, ma sentirti viva.
e questo lo vedevo e mi piaceva da matti!
ti sei sempre lamentata del tuo naso pronuciato: mai ti mettevi di profilo di fronte alle persone, neanche davanti a me.
un naso scomodo, un po' largo, un po' curvo, ma pieno di profumi e di odori di vita.
finché non ti ho convinto che somigliassi a dante alighieri e che quel naso potesse essere un dono e non un disvalore: da allora ti sei detta che forse un naso piccolo avrebbe stonato con la tua personalità spigolosa.
mi piace di te tutto ciò che a te non piace di te stessa.
le tue imperfezioni fisiche, i lati evidentemente antipatici del tuo carattere, il tuo modo di aggredire me e gli altri se ti toccano alcune corde profonde, il tuo sorriso genuino e sincero (sincero anche quando manca), la tua generosità e il tuo cuore grande, la tua permalosità e rigidità.
mia adorata, ricorda che non occorre piacere a tutti.
questo è un inganno e una presunzione nei quali non devi cadere!
ama! prima di ogni altra cosa, sempre e a prescindere, anche quando ti verrebbe di odiare.
voglio che tu rammenti ogni giorno che è e sarà sufficiente piacere a me, che ti guardo in ogni istante in cui ti specchi...
e ti trovo così imperfetta, così buffa, così semplice, così bella.
con amore, tanto
tua 2b
[immagine di t.c.gotch]
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