giovedì 1 marzo 2012

"cose da fare oggi: perdersi in un bosco rosa"

scrivere è un'esperienza mistica meravigliosa.
immagino che leggere (per voi, intendo) lo sia meno, soprattutto se scorrete quello che scrivo io e non proust, o goethe...
mi manca però scrivere con penna e carta.
ieri sera stavo mettendo a posto robe vecchie proprio.
mi manca lo spazio (e pure un po' l'aria) e dicono che questo sia anche il momento spiritualmente migliore per i cambiamenti e le trasformazioni.
e allora io comincio dai cassetti, perché combatto la mia pigrizia cominciando dalla cosa più complicata.
mentre stavo nuotando in mezzo a carte e cartucce dei tempi del liceo, mi sono imbattuta nella carta da lettera!
estasi totale!
avevo quasi rimosso che una volta esisteva l'abitudine (almeno per me e le mie amiche) di scriversi delle lettere con la carta colorata, fiorata, a palloncini...
la carta da lettere tipo della camomilla, no? avete presente?
che poi c'era anche la carta da lettere profumata, ma io ero spartana e quella proprio non la usavo (che oltretutto costava anche di più e la mia paghetta era da operaia).
ho scoperto di averla ancora: rosa grigia e bianca, con dei fiorelloni con petali tondeggianti e appuntiti alla fine, chiusa in un cartoncino a forma di busta da lettera della stessa trama...
ho pensato che sarebbe bello un giorno scrivervi così.
sì, ci sono anche qui dei fiori (manco a farlo apposta), ma non potete toccarli.
e non potete toccare l'inchiostro della penna che avrei potuto usare.
e odorarla, la carta. e l'inchiostro. e magari avvertire un vago profumo di me su quello che ho scritto.
questo mezzo non restituisce molto ai sensi, ma consente altro agli altri (sensi).
parlo del senso della fantasia e della immaginazione.
entrambe vengono stimolate in questi luoghi, io lo so questo.
ah, non sono sensi?
perché per me, invece, lo sono. (concedetemelo).
ho trovato tante altre cose in quell'armadio ieri sera.
per esempio una camicia da notte di mia madre. rosa, leggera, un po' trasparente, con un piccolo fiocco all'altezza del collo tondo e largo.
la cosa straordinaria è che fosse nascosta nel mio armadio!
con libri, quaderni, una vecchia macchinetta fotografica, lettere, diari scritti, fotografie stampate, penne a biro, evidenziatori (uno azzurro e un altro verde), un ventaglio (...? si lo so, ero perplessa anch'io...ma è spagnolo di madrid, quindi vale doppio), una sveglia ferma alle 11.18 (strano anche l'orario, più che altro ho la curiosità di sapere se fosse mattina o pomeriggio)...
e poi non mi ricordo che altro.
ma certo una camicia da notte è una roba troppo strana da trovare in un armadio della libreria accanto al letto.
è che quando ero piccola, giravo per casa proprio con quella.
la cercavo sotto il cuscino di mia madre e me la portavo dritta al naso per odorarla e portare quel profumo paradisiaco fino nelle viscere...
era il suo odore, quello di mamma luce.
poi un giorno l'ho trovata poggiata sul letto, invece che sotto il suo cuscino.
l'ho presa, come sempre, e come sempre -prima di portarla in giro con me per casa- l'ho portata di nuovo al naso, ad occhi chiusi.
e, gridando inorridita un "NO!!!" che richiamò mamma luce preoccupatissima nella sua camera da letto, scoprii che l'aveva indossata per una notte mia cugina.
e aveva cancellato il suo odore... quello di mamma luce!
restituendomi una puzza che non volevo ascoltare.
(sì, gli odori si ascoltano pure).
insomma, ancora esiste questa camicia da notte e ancora ce l'ho.
ma come faccio a toglierla di mezzo, per fare spazio al nuovo?
poi ho trovato una foto della piccola bi.
l'ho rifotografata per farvela vedere, eccola:




è incorniciata dentro un cuore, argentato, un po' rovinato.
una leggera smorfia, che riconosco benissimo, che cela l'insofferenza per essere stata bloccata nei miei giochi nel terrazzo in montagna ed essere stata immobilizzata sotto al sole, per essere immortalata con la macchinetta fotografica (bellissima) di papà angelo.
l'immancabile fazzoletto in testa, legato dietro, per evitare che le mie orecchie così cagionevoli prendessero aria a mille metri.
in questi giorni potrei continuare a scavare in quell'armadio della mia libreria, ma se continuo di questo passo né butterò nulla né ci metterò meno di due anni a terminare l'impresa epica...
singolare comunque aver iniziato proprio ieri.
sì, perché il ventinove febbraio è un giorno immaginario (come mi ha suggerito con molta poesia il mio amico f. proprio ieri).
e poi perché fin dalla mattina desideravo perdermi in un bosco rosa.
e mi ci sono persa.

bi

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