- una corona, per favore.
nel frattempo si arrampicava goffa su un alto sgabello impagliato di legno
bianco.
- ce lo vuoi il limone?
le chiese, sorridendo.
lo guardò sorpresa, con quel ché negli occhi che esprimeva un velo di
malinconia e che sembrò sospenderli in quell'attimo.
- ma no... una corona, una corona vera. voglio sentirmi una regina.
i suoni intorno a loro erano alti e la frastornavano, mentre lui non sembrava
neanche accorgersi della musica. erano avvolti dal tepore di una sera di
giugno, in quel posto un po' surreale e distante dalla consuetudine.
erano in riva al mare, con il rumore garbato delle onde sulla riva, lo
scricchiolio della ghiaia sotto i piedi, una brezza leggera sulla loro pelle
dorata e baciata dall'inizio dell'estate.
quella risposta li mise in attesa.
la osservò un po’ incerto, ammiccando una risposta rimasta chiusa tra le sue
labbra, lì, in sospeso, mentre un fragile sorriso intermittente gli restò in
viso.
- una corona vera… vorrei sentirmi una regina.
ripeté debole, con un tono un po' così, come per rassicurarlo di non aver
capito male.
dunque era così, aveva sentito bene. e si sentì immediatamente fuori posto. in
un attimo si sentì smarrito. cominciò a guardarsi intorno e gli parve che la
folla di prima fosse meno folla, che la melodia della musica fosse rallentata, che
i suoni fossero meno potenti, che il buio fosse meno scuro, che la luce della
sera fosse più accesa.
un leggero e più fresco vento li avvolse, come ad unirli laddove poche parole
sembravano averli separati.
lei lo guardò con tenerezza, eppure con un alone di malinconia, ora più
evidente. lui sentì quegli occhi tristi e lucidi e luminosi catturarlo e non ce
la fece a parlare.
si volse a sinistra, farfugliò qualcosa nell'orecchio del ragazzo accanto a lui
e uscì fuori dal bancone che li separava. era un po' spettinato, un po' lento
ed esitante nelle movenze, sembrava spostarsi come per forza di attrazione.
giunse davanti a lei, ancora seduta sull'alto sgabello impagliato di legno
bianco.
la guardò con dolcezza ed indugiò davanti a quegli occhi un po' castani e un
po' no, nei quali gli sembrava di scorgere un grande campo di grano selvaggio e
profumato di terra.
le prese la mano sinistra, lei gliela pose sulla sua
destra. scese leggera dallo sgabello, sfiorò con i suoi piedi quasi nudi la
ghiaia come se non avesse gravità, alzò gli occhi su di lui e si guardarono
senza ancora parlare.
lui la portò via da lì, le loro mani strette l'una all'altra, mentre si
portavano sottili verso la riva del mare, senza perdere i suoni della musica
che li lisciava.
sembrava non esserci più nessuno lì intorno: solo lei, lui e le mani di lui che
ora la avvolsero e la fecero danzare in tondo. piano. la sua veste leggera
sembrava danzare con lei.
la guardò: ora lce l'aveva lì vicino. la vide sorridere, con gli occhi aperti
tutti su di lui. le spostò brevi ciocche di capelli dal viso luminoso e le
carezzò con delicatezza la testa.
ed una splendida corona scintillante le si disegnò sul capo.
bi
[opera di marc chagall]
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