lunedì 5 marzo 2012

proverbi e buoi dei paesi tuoi: il ritorno.

il due febbraio avevo pubblicato "proverbi e buoi dei paesi tuoi".
provavo una grande vergogna ad inserirlo qui, sia nel rispetto dell'intelligenza della mia cara compagnadiblog Di, sia per il timore di essere presa per quella che sono: questa, esattamente.
è un po' un'espressione delirante della mia avversione per le frasi fatte, nonché un modo per sdrammatizzare chi di frasi fatte vive (a cui va tutto il mio cordoglio).
fatte da chi, poi?
sì perché alcuni io li vorrei proprio conoscere, per poi dimenticarli dopo pochi attimi, comunque.
e allora ecco qua, ho la faccia come un toast di fare il bis. manco richiesto.
fate vo bis, con il mio bis.
si accettano anche insulti, garbati mi raccomando (come io non saprei fare) sempre nel rispetto della mia amata coinquilina, purché commentiate.
dunque, chapeau a voi che leggete: dimostrate un enorme coraggio e una bella (e poco sana) forma d'amore per me.




l'habitat non fa la foca monacat
fare la notte coi fichi secchi
queen save god! e viceversa
fare di necessita tabù
occhio non vede, culo non rode
quello che non stramazza ingrassa
fare di ogni erba un fascio è anticostituzionale
chi ha il pane deve avere anche il salame
tirare l'acqua al proprio mulino - nella speranza che mulino stia per cesso
la ruota gira, gira la ruota
qui si fa l'italia o si muore (che poi siamo morti lo stesso)
svieni, sviti, feci
sfascio cose, vendo gente
gli amici bisogna pesarli dai fatti, non dalla prole
gobba a levante, luna cantante. gobba a ponente, luna sapiente
è il principio della fine del principio della fine
meglio un uovo oggi che dopotutto domani è un altro giorno
c'entra come i cavoli a merenda - macheschifoicavoli, ma che davvero?
mensa sana fa corpore sano
tutte le feste le portàvia: è epifània, cugina di stefània
esserecomesantommaso, tuttattaccato
nell'occhio del ciclope
muto come un pesce che puzza dalla testa
fare i conti senza Loste (io l'ho conosciuto Loste, dopo ve lo presento)
l'acqua cheta non cresce nemmeno nel giardino del re
Sacco vuoto non sta in piedi (Vanzetti conferma)
l'occasione f 'a l'uomo l'adro
mettere il farro davanti ai tuoi
l'uovo di Colombo, scoperto nel 1492
menar il can per l'aia - e se te vedo, io te denuncio
mogli tuoi dei paesi dei buoi
cartabianca a cartacanta
dare un colpo al cerchio e uno al consorte
dormire sugli allori sempre più verdi del vicino
toccare il cielo in una stanza con un dito medio
fare a scarica barili (nuovo slogan dell'eni vicino casa mia)
tabula arsa
tagliare la corda fa l'uomo ladro
do ut des (prova ad anagrammare)
tizio, caio e sempronio sono amici del demonio
chi tardi arriva, pianga se stesso
non vali neanche come il due di Coppedè quando regna Bastione
chi è causa del suo mal, malalloggia
quando il gatto non c'è, il gallo canterà tre volte (e quando il gallo canterà tre volte? lo sa Pietro)
alle calende greche i topi ballano
fatti i fatti tuoi che campi cent'anni di solitudine
affogare in un bicchier d'acqua, perché hai le mani di pasta frolla (in effetti sono perplessa anch'io)
marzo pazzerello, esce il sole, prendi l'ombrello, vai con la gatta al lardo, combatti con i mulini a vento, e soprattutto non mettere il dito tra moglie e marito
datemi un pugno d'appoggio e solleverò il Congo
parlami d'amore Mariù (ma te poi chiama' Mariù?)
facciamo che, arrivati a questo punto, cercare di convincere voi che io sia una persona normale è un modo (difficile) di combattere contro i mulini a Trento.

bi

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