mercoledì 14 marzo 2012

la stanza di roberto

le bastava aprire quella porta per sentirsi in paradiso: quattro muri altissimi pieni di alberi ad alto fusto, foglie, animali, il cielo ed il sole e neanche una nube!
ogni volta che roberto le apriva la porta, lei portava le sue piccole mani nude davanti alla bocca spalancata, come se non riuscisse a contenere quella forte emozione senza tramutarla in un urletto di gioia.
lì ci viveva il piccolo mowgli, con i suoi denti bianchissimi ed un sorriso luminoso, nerissimi capelli spettinati e pochi pezzi di stoffa come vestiti.
non ce n'era soltanto uno, ma in tutte le pareti ce n'erano tanti, in posizioni diverse: penzolante da un ramo, in cima ad un albero, carponi in mezzo alla giungla, appeso ad una liana, in volo come un uccello...
lui poteva fare tutto quello che a lei era vietato o comunque non realizzabile e per questo motivo mowgli era per lei la libertà fatta carne.
insieme a lui, il suo inseparabile amico orso baloo.
lei impazziva per lui e si accucciava, appoggiata al muro, proprio di fronte alle gambe di lui, come a dirgli: "ehilà, abbracciami! ci sono anch'io!"
per lei era tutto vero, non era una semplice carta da parati.
lei poteva toccarli, vederli, annusarli e perfino saltellare in mezzo a loro, partecipando alla loro vita.
sulla sinistra c'era la grande e nera bagheera, per niente inquietante, ma sorridente e sinuosa, baffuta e un po' distratta.
il serpente le faceva una certa impressione: la sua immagine era formato gigante, rispetto a lei stessa e al piccolo mowgli e anche a roberto.
sembrava girasse quella stanza e invece era lei che girava su stessa per non rischiare di perdersi nessuno, neanche la tigre con la fronte corrugata e gli occhi furbi.
a terra calpestava una moquette verde scuro, che non le freddava i piccoli piedi e la faceva sentire realmente in mezzo alla giungla.
la stanza di roberto era una magia, una fiaba da vivere con il corpo e con la mente, un tripudio di natura in bilico tra realtà e fantasia.
non era soltanto la stanza di roberto, con il suo letto, la sua scrivania, i suoi giochi.
era una giungla, per lei, una giungla vera in cui rotolarsi e giocare fino allo sfinimento!
non c'era bisogno di altro per loro: lì c'era tutto l'occorrente per sognare e svegliarsi e continuare a sognare, ancora e ancora...
che senso aveva per lei restare a casa, senza una cameretta come quella?
che senso aveva giocare con altre cose, se poteva avere la giungla tutta per sé e per roberto?
era fortunato roberto, lei non aveva dubbi, ma lo era anche lei ad averlo come amico e a poter condividere con lui, qualche volta durante la settimana, l'emozione di stare nella giungla più bella di tutte le giungle messe insieme!

ora roberto è cresciuto e lì non ci vive più, so che si è sposato e forse sarà anche diventato padre.
vorrei incontrarlo di nuovo, roberto, e dirgli una cosa assolutamente importante: roberto, fa' che i tuoi figli possano vivere dentro una giungla fin dalla più tenere età, attacca nelle loro pareti la carta da parati del  libro della giungla, come tuo padre ha fatto con te!
e fa' che i loro amici possano giocare con loro in quella cameretta delle meraviglie...
perché tu, roberto, non puoi immaginare ad oggi cosa significhi per me ripensare ai nostri giochi insieme nella tua cameretta.
ciò che comunque un giorno, spero, significherà per loro aver vissuto nella giungla.

bi


2 commenti:

  1. I sogni di un bimbo e i ricordi di un adulto non sempre combaciano ma ce ne sono alcuni che invece sono impossibili da smarrire. La tua giungla lascia tornare a galla quel grande poster che avevo in camera, dove una scimmia sorridente in tuta di jeans tirava il carretto in cui l'altra in gonnellino si lasciava beatamente trasportare. L'immaginazione creava una giungla tutta mia oltre i confini del poster, invadeva la stanza e la mente e giocavo con mio fratello a costruire una tenda con una coperta sopra e attorno al tavolo.. mi sentivo tanto un misto di tarzan e orzowei eheh! :)

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    1. mi piace il ricordo che ti ho evocato!
      tanto più se la scimmia che trainava aveva una tuta e colei che si faceva trainare la...gonna ;) eheheheheh
      saluta tutti i castelli, a presto!
      bi

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