venerdì 16 marzo 2012

perché sì. perché no?


le considerazioni possono diventare azioni, perché è venerdì, perché è ufficialmente metà marzo, perché manca poco alla primavera che è ancora un po' finta, perché sì, perché no?, perché basta scrivere la stessa parola con un trattino e te ne rendi conto: consider-azioni.
queste dunque le mie consider-azioni, che fanno molto dormito-meno-di-sei-ore, ma diciamo che mi sento bene lo stesso, perché ieri ho trascorso una bellissima serata con la mia bruna (anche se mi sono mancate molto sia manu che dany: ieri sera sarebbero state benissimo anche loro con noi).

giovedì gnocchi e brezsny, venerdì converse e parolaccia libera.
i libri noiosi vanno abbandonati, così ho fatto con quello di diritto che si è suicidato (ma è tornato come morto vivente ed è ancora più schifoso di prima).
qual è si scrive senz'apostrofo, perché la parola qual esiste anche se nessuno se ne accorge (poveraccia...).
l'undicesimo comandamento recita "non avrai altro mondo all'infuori di te" e si dissocia dagli altri dieci, che sono obsoleti.
siamo tutti più sani e più belli senza etichetta: che andate in giro con l'etichetta attaccata quando vi comprate un vestito? suvvia!
dimmi con chi vai e ti dirò se arrivi in ritardo con lo zoppo che impara a saltellare lallallerolallallà.
entro domani comprerò la felpa verde con il cappuccio, la maglia bianca con il teschio bianco che fa molto tono-su-tono e il teschio si vede poco, un paio di leggings a zampa anni settanta.
ho messo il vuoto che mi serve per fare spazio al nuovo-che-sta-arrivando in un barattolo per non farlo evaporare, ma mi sono resa conto che nel barattolo il nuovo non c'entra.
quella che vedo allo specchio è una ciambella che mi fa galleggiare: non è ciccia, ma semplicemente una roba utile se no affogo, sia chiaro! (per esempio, i miei capelli così sottili potrebbero insegnarle come si fa ad essere così sottili, no? questo si chiama lavoro in team!).
le questioni di principio non sono utili neanche al cesso, finita la carta igienica. o forse al cesso sì, diciamo che potrebbero far da stimolo, ecco.
l'individualità alimenta i rapporti, l'individualismo li uccide. infatti individualità è femminile, individualismo è maschile (non è che io sia femminista, ma solo più simpatizzante per le donne).
mia sorella è una creatura meravigliosa che amo più di ogni altra persona al mondo e basta.
voglio ascoltare per tutto il giorno "born to die" di lana del rey, senza pensare mai che il titolo sia crepuscolare.
artemide è la mia dea preferita e afrodite non è gelosa per questo.
ho la luna in ariete, ma non è colpa mia.
ho un angelo incantevole e devo rendergli onore.
non ho ancora comprato le ballerine perché no e quando mi deciderò avranno finito il trentasette.
quando rido di me mi sento bella e bene, tipo kalokagathia (aristotele si starà rivoltando nella tomba).
fabio si scrive con una sola b e si dice pure con una b sola (ho usato la proprietà commutativa).
prometto di mangiare meno e meglio e di sforzarmi di continuare a sorridere nonostante questa tragedia.
le citazioni non fanno conoscenza, i libri sì.
mio papà mangia bignè di san giuseppe da più di due settimane e non deve aspettare la festa del papà e neanche ingrassa. io sì (ingrasso).
neanche l'universo è poi così universale, basta citare il multiverso (grazie, davide).
l'eteronomia accresce il personale grado di autonomia ed è un universo affascinante (anzi, no: un multiverso).
da questa mattina ho ingurgitato solo liquidi e infatti non ho ancora sorriso nonostante sia venerdì e tutti dicono che il venerdì si sorrida.
i miei oroscopi degli ultimi sei mesi sono bellissimi, il mio umore anche.
venere e giove allineati tutte le sere davanti alla finestra della mia cucina sono i vicini più vicini e più belli che io possa avere (sempre dopo roberta: lei è una stella, loro no).
scrivo solo con la penna blu, con quella nera non sono mai stata capace.
le chiacchiere stanno a zero per me non vale, credo lo abbiate capito e spero mi amiate lo stesso e nonostante tutto.

bi




[il giallo è molto fescion e sta in tutte le vetrine più scic. sì, in effetti, che ci fa qui?]

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